Ventitré morti per droga nel 2011 in Umbria; 178 persone che
hanno rischiato di morire per overdose; il 57% dei cittadini deceduti non era
noto ai Sert; il Sert di Perugia è passato da 450 a 780 utenti (fonte:relazione
dell’Assessorato regionale Sanità). Un’overdose mortale ogni 15 giorni; un’overdose non
mortale ogni due giorni.
I dati confermano che la regione è un crocevia del
traffico di stupefacenti con tutti i problemi di sicurezza che ne conseguono
per chi vive nei quartieri luogo di spaccio. La situazione, almeno a legge queste cifre, e' veramente
preoccupante. Ormai il morto per droga non fa quasi più notizia. Sembra che
l'opinione pubblica sia assuefatta a tale tipo di informazioni. Come se la
droga riguardasse sempre altri e comunque il drogato e' responsabile di quello
che fa e sono fatti suoi.
Invece non e' cosi. La tossicodipendenza e' un problema
che riguarda tutti, dalle famiglie coinvolte alle comunita dove la droga e lo
spaccio prosperano. La diffusione degli stupefacenti e' una piaga sociale, nessuno
può far finta di niente, chiudere gli occhi o girarsi dall'altra parte. Tanto meno le istituzioni che dovrebbero avere a cuore il benessere e il decoro delle città, tanto meno le forze dell'ordine che dovrebbero controllare l'ordine pubblico. Insomma il primato dell'Umbria nelle overdosi non e' una medaglia di cui andare fieri o un dato da ignorare perché brutto. E' una vergogna con cui fare i conti ogni giorno, ogni minuto. Se si vogliono salvare delle vite. Giovani e non solo.
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