C’è la buona politica e c’è la cattiva politica. Il bene e
il male ci sono da sempre e da sempre si combattono. Si ritrovano in tutte le
cose come in tutte le persone. Ma c’è anche la terza via, un po’ di qua e un
po’ di là, la zona grigia che sta tra il bianco e il nero. In quest’area può
essere collocata la vicenda dei rimborsi benzina dei consiglieri comunali di Perugia.
Una brutta storia, iniziata male e finita così così nonostante le retromarce e
i tentativi di fare ammenda.
Un passo indietro per capire: in commissione controllo e
garanzia i magnifici membri si sono votati in modo bipartisan una risoluzione
sui rimborsi chilometrici, cioè sui soldi che spettano a quei consiglieri che
abitano nel Comune ma non nella cerchia ristretta del capoluogo e che devono
prendere la macchina per andare a svolgere il proprio ruolo a Palazzo dei
Priori. Ora, non c’è nulla di strano nel chiedere il rispetto di una legge che
prevede il rimborso automatico e non facoltativo. Quindi in linea di principio
nessuna obiezione. E hanno fatto bene gli esponenti politici della maggioranza
(Pd, Ps, Idv) e della minoranza (Pdl e Udc) a votarsi un provvedimento nel loro
esclusivo interesse. Fanno sorridere coloro che si sono astenuti e qualche
rifondarolo furbetto che non se l’è sentita di partecipare al voto ed è uscito
dall’aula.
Ora, in un momento così delicato nella vita del Paese, con
la politica dell’antipolitica che monta di giorno in giorno, con la crisi
economica che azzanna la pelle della gente, questa “bravata” della commissione
controllo e garanzia (a che serve poi un organismo del genere?) è veramente una
brutta e indecente pagina dei politici cittadini. E se la vicenda si fosse
fermata qui, andava ascritta indubbiamente nella lista della cattiva politica.
Invece, una volta la notizia diventata di pubblico dominio
il rischio di essere sputtanati era alto, allora via al tentativo di rimediare,
di tornare sui propri passi e rimangiarsi la decisione. Nella speranza forse di
non perdere troppo la faccia e non accusare un colpo troppo grosso alla
credibilità. Così le segreterie dei partiti si sono affrettate a diramare diktat:
nessuno si azzardi a chiedere i rimborsi, chi lo fa è fuori. Le firme sono del
Pd, del Pdl e dei socialisti. I dipietristi sono ancora in silenzio, in attesa
di che cosa fare, idem i seguaci di Casini. Originale e anche utile la proposta
che arriva da Rifondazione comunista: si utilizzino i soldi dei rimborsi
benzina per tappare le buche e rifare le strade oppure per far rivivere il
centro storico. Ecco, la storia dei rimborsi tra mea culpa e buon senso
(tardivo) dalla categoria della cattiva politica si è un tantino riscattata.
Certo i “nostri” non ci hanno fatto una bella figura perché è sembrato quasi un
blitz per ingrossare i costi di certi carrozzoni senza minimamente pensare alle
sofferenze dei cittadini alle prese tutti i giorni con le tasse, i conti e il
lavoro che non c’è. Meno male che chi ha avuto più giudizio lo ha adoperato. E speriamo
che non si ripetano più artifizi o trucchetti del genere. Di diritto e a pieno
titolo si inserisce nella voce buona politica l’opera del consigliere regionale
del Pd Gianfranco Chiacchieroni che ha presentato tre, non una, proposte di
legge finalizzate, se approvate, ad applicare la spending review (riduzione della
spesa)anche in Umbria.
La prima riguarda il taglio dei consiglieri regionali, da 30
a 20, e degli assessori, da 8 a 4; la seconda l’abolizione del listino
regionale, il cosiddetto porcellum di casa nostra, grazie al quale esponenti
politici vengono nominati senza essere eletti; la terza l’introduzione di un meccanismo
per punire, economicamente, i consiglieri regionali fannulloni. Sono tre idee
semplici e nello stesso rivoluzionarie perché nell’ordine vanno a incidere sui
costi del sistema, perché vanno a cancellare norme ingiuste e indecorose,
perché vanno a privilegiare il merito e la produttività. Bravo Chiacchieroni. L’auspicio è che altri personaggi che
frequentano la scena politica umbra abbiano la stessa sensibilità e lo stesso
coraggio dell’ex sindaco di Marsciano. E non lo lascino solo in questa
battaglia, non lo lascino vestire i panni del don Chisciotte.
Appoggiare questi tre provvedimenti e portarli
all’approvazione significherebbe acquistare punti di fronte all’opinione
pubblica, significherebbe dimostrare che la casta è capace di togliersi qualche
privilegio, significherebbe far capire che la classe politica è così
responsabile e matura da riconquistare la fiducia dei cittadini. Altrimenti
inutile lamentarsi e meravigliarsi se il movimento di un comico come Grillo
arraffa consensi su consensi.
anna.mossuto@edib.itwww.annamossuto.it
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