domenica 3 settembre 2017

Trasporti, la politica
su un binario morto

Il punto del direttore del 3 settembre 2017
 
Prima della pausa estiva ci siamo lasciati sottolineando l’emergenza trasporti, legata alle voci aeroporto, strade e ferrovie. Riprendiamo da dove eravamo rimasti ma purtroppo la situazione anziché migliorare o rimanere stazionaria è peggiorata sfiorando addirittura il ridicolo in alcune circostanze. Come ad esempio la questione aeroporto San Francesco di Assisi. Dove approdano compagnie che annunciano in pompa magna voli in tutto il mondo e poi non hanno le autorizzazioni, tipo sindrome del Mortaro (il caso del Festival di Assisi organizzato in una zona paesaggistica del Subasio senza tutte le arte in regola). Oppure compagnie che i voli li vendono, intascano i soldi e poi lasciano a piedi i passeggeri in piena estate.
Per non parlare della recente vicenda della Ferrovia centrale umbra che solo dei cervelli poco intelligenti hanno potuto pensare di sospendere dal 12 settembre l’intero servizio e sostituirlo con i pullman. Una trovata geniale in coincidenza con l’apertura delle scuole e con la ripresa delle attività lavorative, e poi per ammodernare la linea hanno deciso di chiudere l’intera tratta da Sansepolcro a Terni ma in compenso hanno previsto l’apertura di un solo cantiere. I lavori dureranno anni, questo è meglio che i pendolari lo tengono bene in mente, e in Umbria si verifica il primo caso al mondo di ferrovia senza treni, anzi di ferrovia con i bus.
Inutile soffermarsi ancora sul dilemma Freccia rossa sì o Freccia rossa no, un puro e inutile esercizio accademico sull’alta velocità che trova il tempo che trova.
Nel capitolo trasporti va inserita anche la discutibile gestione di Umbria Tpl e Umbria Mobilità che tante polemiche ha sollevato e tante inchieste delle varie magistrature ha fatto aprire.
In ultimo le strade, a parte la Val di Chienti che strappa un sorriso agli automobilisti che raggiungono il mare in meno che non si dica però fa aumentare l’incazzatura dei tanti fornitori non ancora pagati, esiste l'emergenza E-45, una arteria che definirla così significa insultare il buon senso. Una superstrada ridotta a mulattiera, piena di buche e di pericoli, da non competere con le direttrici stradali delle regioni vicine e dei paesi europei. Da qualche tempo di giorno e di notte gli animali tranquillamente invadono le carreggiate rappresentando un altro rischio serio per l’incolumità di chiunque transita.
La trasformazione in autostrada sarebbe la scelta migliore per tutti, umbri e viaggiatori, ma la nostra Regione sta a guardare mentre le alte amministrazioni limitrofe si sono accordate con il governo per rendere non più pericoloso il tratto da Ravenna a Mestre. Eppure la sicurezza dovrebbe essere il primo comandamento di chi programma e compie le scelte in materia di infrastrutture se ha a cuore la salute dei suoi cittadini. Questo per la verità viene sbandierato a parole con una cadenza puntuale, a ogni conferenza stampa a cui segue la foto di rito, ma poi in concreto si è fatto sempre troppo poco o anche niente.
È vero che esistono anche altre priorità, il terremoto è una di queste, ma come dice il buon segretario regionale del Pd Giacomo Leonelli tutti i nodi sono venuti al pettine. Certo scaricarsi la coscienza addossando le colpe al passato non aiuta a risolvere i problemi di oggi. Perché se come dice il capo del maggior partito in Umbria il tema delle infrastrutture non è stato considerato prioritario da nessuno prima, non è che ora la politica sta dimostrando impegno e lungimiranza. Anzi. Sarà il caso una volta per tutte afferrare i tori per le corna e risolvere le questioni piuttosto che continuare a vivere con la testa all'indietro. È una questione di responsabilità, questa sì ignorata più oggi di ieri.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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