domenica 22 maggio 2016

Macro regione, primi fatti concreti

Editoriale Radio Onda Libera del 19 maggio 2016

Umbria, Toscana e Marche cominciamo a fare le prove di macro regione. E partono da cose concrete, passando dalle parole ai fatti. Quindi diciamo subito che salutiamo positivamente i movimenti dei tre presidenti, in particolare la notizia dell'accordo siglato per accorpare la centrale unica degli acquisti e anche la decisione di condividere una sede unica a Bruxelles. E' il primo passo concreto questo delle tre Regioni dopo una serie di incontri, uno dei quali avvenne a novembre a Perugia e fu definito il "Patto del Sagrantino" perché si brindò col famoso vino di Montefalco e dintorni. In quella sede si parlò di Unione delle tre regioni, contestata da chi sosteneva e sostiene che le fusioni a freddo non funzionano tanto bene, lo abbiamo visto con il Pd, e che sarebbe meglio partire dal basso e soprattutto procedendo sulla strada della concretezza, delle cose da fare. Anziché dalle chiacchiere e dai proclami.
E questa strategia la condividiamo in pieno; di parole e promesse ne abbiamo sentite e ne sentiamo tante, dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina. Per cui quando i politici si muovono bene è corretto sottolinearlo e plaudirlo.
Quindi benissimo risparmiare sugli uffici a Bruxelles dove tra personale e spese vive i costi sono triplicati, e ancora meglio considerare l'ipotesi di una centrale unica per gli acquisti riunendo le diverse strutture che attualmente, in ogni singola regione, provvedono alla gestione delle gare per l’acquisto di beni e servizi in sanità, ma anche in altri settori quali i servizi di pulizia, lavanderia e ristorazione per enti pubblici, vigilanza armata, guardiania e manutenzione degli immobili pubblici.
Tale mossa, che verrà formalizzata al governo, qualora verrà realizzata si muove per una migliore e concreta razionalizzazione della spesa pubblica. Quindi finalmente c'è un po' di sostanza, del resto sarebbe del tutto sbagliato, e lo abbiamo visto con le Province, arrivare un certo giorno e dire dimezziamo o riduciamo le regioni. Così per ordine dall'alto. Meglio ritrovarsi e decidere su questioni comuni e concrete. Tanto la strada è segnata, le regioni così come sono congegnate non si reggono più, sono pozzi senza fondo di sprechi, quindi il futuro è per forza di cose l'unione. Sul come, sul percorso da fare si può discutere e ci possono stare anche le polemiche. Ma l'importante sono sempre i fatti.

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