mercoledì 13 dicembre 2017

Nuove regole elettorali
Ecco gli scenari umbri

Il punto del direttore del 10 dicembre 2017
 
Ormai è questione di giorni, la road map è stata disegnata. La legislatura è alla fine, la legge elettorale - il Rosatellum bis - è stata approvata, si scommette sul momento dello scioglimento delle Camere e quindi sulla data delle elezioni. Ma i tempi sono maturi per chiudere baracca e burattini, si voterà a marzo, tra il quattro e il diciotto, e per immergersi nella campagna elettorale che per la verità è cominciata da un pezzo. Anche in Umbria dove però mancano a oggi, ma è questione di pochissimo, i perimetri ufficiali dei collegi.
Allora, è opportuno per un'esigenza di chiarezza ricordare qualche punto fermo.
Nella nostra regione gli umbri sono chiamati a scegliere 16 parlamentari (9 deputati e 7 senatori) e il nuovo sistema elettorale prevede tre collegi uninominali per la Camera (Perugia, Foligno e Terni) e due per il Senato (Umbria 1 e Umbria 2). Nei cinque collegi verrà eletto il candidato più votato. E' prevista poi la quota proporzionale sia per la Camera che per il Senato con un listone ciascuno plurinominale per scegliere 6 deputati e 5 senatori e qui l'elezione avverrà in base al conteggio dei voti riportati dalle rispettive coalizioni.
Ecco, fin qui le nuove regole con cui dovranno rapportarsi i partiti e i politici. E vediamo che aria tira, premettendo che le certezze sono meno granitiche di una volta, i posti sicuri o blindati altrettanto, per non parlare delle rendite di posizione che sono solo un lontano ricordo.
Quasi cinque anni fa il Pd fece man bassa di parlamentari, portandosene a casa ben nove e lasciandone appena due al centrodestra, due alla defunta Scelta civica e tre ai grillini. Questa volta difficilmente si potrà prevedere lo stesso risultato sia perché il sistema è cambiato e sia perché il partito di Renzi è più debole grazie anche alle scissioni e all'abortita alleanza con la sinistra.
Così i posti si restringono di parecchio e quasi nessuno ha l'elezione in tasca, a maggior ragione di quelli che si candidano in quota proporzionale. Cosa diversa per gli altri partiti o coalizioni che dir si voglia. Per esempio il centrodestra ha più chances nel plurinominale, almeno secondo i sondaggi e gli orientamenti, quindi l'ambizione a fare il capolista è più che legittima.
Per il movimento cinque stelle è tutto più facile perché non hanno partner o appetiti da accontentare, si sistemano nelle sedici caselle e puntano a prendere il massimo dappertutto. Idem il ragionamento vale per la sinistra unita, quella di Liberi e uguali guidata da Grasso, che punterà a mettere suoi uomini in tutti i posti a disposizione.
Questo il quadro a sommi capi. Ora si tratta di vedere che succederà a proposito delle candidature, chi sarà riconfermato e chi si fermerà anzitempo.
Sarebbe utile fare un bilancio dell’attività svolta dai nostri parlamentari in questi cinque anni, quante proposte di legge hanno presentato, a quante votazioni hanno partecipato, quanti atti legislativi hanno prodotto, e via discorrendo. Così tanto per capire se si sono dati da fare per e nell’interesse generale oppure si sono limitati a scaldare la sedia dietro lauta indennità. Una sorta di pagella sarebbe interessante prima di tutto perché rappresenterebbe un requisito fondamentale per chi vuole riprovare a farsi un altro giro in parlamento e poi potrebbe essere intesa come una bussola per l’elettorato sempre più distante e disgustato da una certa politica.
anna.mossuto@gruppocorriere.it

Nessun commento:

Posta un commento