martedì 2 ottobre 2012

L'Umbria scivola verso il Sud

Editoriale Radio Onda Libera 31 agosto

Tra polemiche sulle intercettazioni in merito a trattative Stato-mafia e riordino delle Province, i due temi caldi di questo fine settimana, scegliamo di parlare della crisi in Umbria. Perche' la Confcommercio ha reso noto il rapporto sulle economie territoriali, una sorta di fotografia della situazione e qualche accenno al futuro.
Allora, in sintesi estrema, viene fuori che l'Umbria e' in forte affanno. Nel 2011 c'e' stata una vera e propria strage di imprese e le prospettive sono grigie. Un'immagine che ci consegna una regione con un sistema produttivo in rallentamento, i numeri sono impressionanti e tutti con il segno negativo, piu' negativo rispetto alle altre regioni del centro italia. Ecco, un primo dato su cui riflettere. L'Umbria da qualche tempo registra cifre e percentuali che la allontanano dai parametri del nord e la avvicinano sempre di più a quelli del sud. Poi ci sono diversi fattori che sono peculiari, ma che agiscono sulle imprese e sulle famiglie in modo incisivo, determinando una riduzione della produttività del lavoro. 
Senza avventurarsi nella giungla dei numeri, anche per motivi di spazio, il rapporto evidenzia la caduta libera dei consumi che incide ovviamente sui livelli di benessere di una comunità. E l'aumento della disoccupazione, pensate che gli occupati tra i 15 e i 64 anni raggiungono il 66,8 per cento.  Ma e' anche vero che sono aumentati gli stranieri, 100mila, su 908mila abitanti. 
Comunque il futuro non e' bello, anzi e' incerto ed e' destinato a peggiorare se non si mettono in campo azioni serie e concrete per riavviare il processo di crescita. E questo e' il secondo aspetto, forse più importante, su cui ragionare. Fare qualcosa per non far pagare alle famiglie e alle imprese il drammatico prezzo di questa crisi. 

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