martedì 2 ottobre 2012

Ventotto medaglie e una "macchia"

Editoriale Radio Onda Libera 13 agosto 2012

Alle Olimpiadi, tempo di classifiche. Gli Usa si confermano la nazione più medagliata dei Giochi. A Londra gli atleti statunitensi hanno vinto 104 medaglie in tutto di cui 46 d'oro. Nel medagliere londinese al secondo posto spicca la Cina, che si conferma la nuova potenza sportiva, sempre più vincente nelle varie specialità. I suoi atleti hanno vinto 87 medaglie di cui 38 d'oro. 
Il fattore casalingo evidentemente favorisce, come dimostra la Gran Bretagna che in questa edizione dei Giochi spicca al terzo posto con 65 medaglie di cui 29 d'oro. Tra i grandi frana l'Australia, solo sette ori, ma nemmeno uno nel nuoto sua disciplina elettiva. 
E l'Italia? A Londra si chiude con 28 medaglie, che non sono le 32 di Atene, ma migliorano le 27 di Pechino. Con qualche disappunto in più, forse, per come è andata nel nuoto dove a differenza dell'ultima volta non abbiamo portato a casa quasi nulla (ad eccezione del bronzo di Martina Grimaldi nella 10 km femminile). Ma con la soddisfazione di aver guadagnato una posizione: noni a Pechino, ottavi nel medagliere di Londra. 
Ma al di la' della soddisfazione per i risultati raggiunti, per il presidente del Coni siamo nel g8 dello sport, e al di la' anche delle polemiche (l'oro scippato al pugile Cammarelle), l'Italia ha guadagnato anche una macchia nera, una vergogna. E cioe' la vicenda di Schwazer, l'atleta maratoneta squalificato per doping. 
Una volta passati i festeggiamenti per le medaglie conquistate, i vertici dello sport farebbero bene a riflettere sul perché atleti blasonati arrivano a doparsi non per l'ansia di vincere ma per la paura di perdere. Insomma un momento, più o meno lungo, di riflessione per far capire che chi fa uso di sostanze dopanti tradisce i valori dello sport, che sono sempre quelli della lealtà e del sacrificio, e soprattutto diventa un modello negativo per le giovani generazioni. 

Nessun commento:

Posta un commento