domenica 21 ottobre 2012

Il coraggio di cambiare
è l'esempio da seguire

Il punto del direttore del 21 ottobre 2012

La  voglia di rottamazione e di cambiamento è desiderio, anzi un’esigenza molto sentita al giorno d’oggi. Il termometro sono i sondaggi che di volta in volta misurano il grado di insoddisfazione dell’opinione pubblica nei confronti della politica sempre più attanagliata da scandali e sprechi e con un’immagine di credibilità ridotta ai minimi termini. Insoddisfazione, o meglio rigetto verso i partiti e i loro esponenti, che si traduce nell’elevata percentuale di gente che si colloca nelle categorie degli astensionisti e degli indecisi.
Ecco, questo l’umore che si registra mentre i politici continuano a litigare per uno strapuntino e qualche navigato si decide perfino al passo indietro. Ma il pensiero dei più è rivolto a primavera, periodo delle elezioni politiche (senza sapere neppure con quale legge elettorale si va alle urne) e l’attenzione di ora è sulle primarie prossime e venture. Nella sfida tra Renzi, Bersani e Vendola, in giro per il territorio è tutto un pullulare di comitati pro. La campagna elettorale è bella che cominciata. E sarà lunga, lunghissima, fra veleni, colpi bassi e colpi a sorpresa. “Orfani” di Veltroni che ha fatto il bel gesto di annunciare la sua non ricandidatura, i suoi seguaci fedelissimi si sono schierati con il segretario del Pd. Così, tanto per mettere le mani avanti e a scanso di equivoci. Intanto in Umbria dalle parti di piazza della Repubblica si risente del clima nazionale, in particolare della lotta interna ai democratici. Invece, dentro il Pdl locale tutti tacciono, giusto qualche commento ma solo in camera caritatis sull’ultima uscita della rottamatrice Santanché che ha chiesto ai vertici di andare a casa perché il partito è finito.
Nell’agenda due temi sono però scritti e in evidenza. Il primo, in ordine cronologico, il voto dell’assemblea legislativa previsto per domani in merito alla decisione del Cal (Consiglio delle autonomie locali) sul riordino istituzionale. L’unanimità del consiglio non è prevista, a meno che non ci siano ripensamenti dell’ultima ora. Il cammino per la salvezza della provincia di Terni è sempre più irto di ostacoli e di paletti, ma tanto la proposta deve approdare a Roma e saranno i palazzi della capitale a dire l’ultima parola.
Il secondo è più strettamente economico e riguarda il destino dell’Ast, la fabbrica dell’acciaio, in attesa di compratori dopo il passo indietro della società finlandese Outokumpo. La rabbia e la preoccupazione degli operai sono palpabili, la richiesta di garanzie è legittima, la guardia non va assolutamente abbassata.
A parte queste priorità, la scena politica si sta caratterizzando per un eccessivo movimentismo. Perché la voglia di cambiamento non appartiene, e per fortuna, solo alla sfera di cui sopra. Sta investendo anche altri settori, come ad esempio la piccola e media impresa della nostra regione. Da sottolineare la svolta, coraggiosa e nuova, della Confapi di Perugia che ha deciso, dopo una ponderata riflessione, di diventare Associazione piccole e medie imprese dell’Umbria e di uscire quindi dal vecchio circuito e soprattutto dalle vecchie logiche dell’associazionismo. Non è stata una scelta a cuor leggero ma in tempi come questi in cui si invoca il rinnovamento benvengano gesti di autonomia e indipendenza. La politica prenda esempio da chi ha la capacità di mettersi in discussione, di azzerare le rendite di posizione e guardare avanti, con lungimiranza e intelligenza. Un plauso quindi a coloro, come Gabriele Chiocci e Mario Brustenga, che hanno guidato questo processo sia per la coerenza che per il coraggio di cambiare.
A proposito di imprenditori, in parecchi nella nostra regione sono attirati dalle sirene di un impegno politico e osservano con attenzione e simpatia i vari movimenti che fanno capolino. Come l’associazione Italia Futura di Montezemolo oppure Fermare il declino di Giannino o ancora la Lista di Tremonti. Uno per tutti, vista la clamorosa uscita in questi giorni sui quotidiani locali, potrebbe rispondere al nome di Sauro Pellerucci, presidente di PagineSì, che si è prodigato in un’accorata e dettagliata difesa di Terni, della sua storica fabbrica e soprattutto della ternanità.
Ovviamente è solo un pensiero di chi scrive. Ma come dice il buon Andreotti a volte a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca.
www.annamossuto.it

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