martedì 2 ottobre 2012

La "guerra" indebolisce l'Università

Editoriale Radio Onda Libera 12 luglio 2012
Oggi parliamo di universita', perché il Tar (tribunale amministrativo regionale) ha deciso che il mandato del rettore dell'ateneo terminerà fra3 mesi e mezzo, il 31 ottobre prossimo, e non nel 2013 come indicato dal decano in una nota. Quindi niente terzo mandato per Bistoni, l'incarico e' scaduto, si deve tornare a votare.

A stretto giro, dunque, l’Università degli Studi di Perugia dovrà dotarsi di un regolamento generale contenente norme specifiche, e attuative del nuovo Statuto, in materia di elezione del Rettore.  Per il Tar dell’Umbria «il testo della legge è chiaro»: spazi per attuare la cosiddetta proroga-bis non ce ne sono. Così  i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso del professore Mauro Volpi, ordinario di diritto costituzionale. Ma il Rettore Bistoni avrebbe già fatto sapere che l’Università si appellerà al Consiglio di Stato.
La pronuncia del Tar è stata accolta con enorme soddisfazione dai tanti docenti e ricercatori che negli ultimi mesi hanno manifestato contro la cosiddetta proroga-bis. E tanta sorpresa nell'ambiente accademico. Ma la partita non finisce qui perché c'e un altro giudizio, quello del consiglio di stato appunto, e poi tutta la battaglia amministrativa ruota attorno a una lettura interpretativa, e cioè l'entrata in vigore delle nuove norme statutarie a partire dalle quali la legge definisce la proroga dell'incarico del rettore.
Nel caso di Perugia la prima adozione del nuovo Statuto risale all’ottobre 2011 fissando la scadenza della proroga del Rettore al 31 ottobre 2012, per l’appunto la fine dell’anno accademico successivo. Se a riferimento venisse, invece, presa la seconda adozione, datata maggio 2012, il Rettore rimarrebbe in carica fino al 31 ottobre 2013.  Per il Tar dell’Umbria (presidente Carlo Luigi Cardoni, consiglieri Pierfrancesco Ungari e Stefano Fantini), però, dubbi interpretativi non ce ne sono: «la legge è chiara» e impone come riferimento temporale la prima adozione della norme statutarie e non la seconda.
Detto questo e spiegato quello che sta succedendo all'interno dell'ateneo, vanno dette un paio di cose con molta chiarezza. La prima e' che questa guerra tra gli ermellini e i baroni sta indebolendo l'università, sembra soltanto ed esclusivamente una lotta di potere, per occupare una poltrona, anzi la poltrona. Anche per questo l'antica università che era un polo culturale attrattivo sta registrando un calo netto di appeal, con una consistente diminuzione di iscritti e una qualita della didattica non all'altezza. Insomma l'università di Perugia non e' più una sede prestigiosa, purtroppo. Inutile oltre che disonesto far finta che la realtà sia un'altra e magari cullarsi nel passato.

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