martedì 2 ottobre 2012

Luci e ombre di facebook

Editoriale Radio Onda Libera 13 luglio 2012

Facebook, questo potente social network telematico, questa grande piazza virtuale su cui si fa amicizia, si esprimono emozioni e si raccontano confidenze, merita più di una semplice riflessione. Due i casi delle ultime ore che hanno in comune facebook ma ogni giorno se ne registrano tantissimi.


Il primo di un ragazzo di 18 anni appena, che sulla bacheca del social network ha annunciato il suo suicidio. Sembrava una frase buttata li tanto per vedere i commenti degli amici, invece e' stato un vero e proprio addio, forse per una delusione d'amore. In 36 hanno cliccato mi piace su quelle parole. Nessuno ha capito il dramma che di li a poco si sarebbe consumato, il ragazzo ha comunicato al mondo, ai suoi mille amici l'intenzione di uccidersi. E lo ha fatto.
Il secondo caso riguarda il caso di una bambina di 11 anni, morta per una grave forma di malattia congenita. E qui i fan di facebook si sono scatenati in una gara di solidarietà, d'amicizia. In oltre 4mila hanno dato conforto e sostegno alla famiglia. Un numero impressionante di gente, anche sconosciuta, che si e' commossa, che ha dedicato tempo e parole a questa situazione, che e' stata vicina alla famiglia sperando nella riuscita dell'intervento.
Ecco due casi che hanno in comune facebook, come dicevamo, il suicidio annunciato del ragazzo annunciato in rete provoca tristezza perché la morte di un ragazzo ma in genere di qualcuno e' sempre triste, ma la rende più dolorosa il modo, il fatto  che nessuno dei tanti amici su facebook avesse potuto aiutarlo, fermarlo. Forse se si fosse confidato a voce, parlando e guardando negli occhi qualcuno non lo avrebbe fatto.
La gara di solidarietà su facebook per la bambina malata e' stata commovente, e per chi vive una tragedia anche una frase sul sociale network può essere di sollievo.
In conclusione due aspetti dell'utilizzo di facebook, che dimostrano quanto uno strumento tecnologico non debba essere condannato o osannato, ma tutto dipende dall'uso che se ne fa, dalle persone che cliccano sui tasti. Della modernità non bisogna abusarne e sopratutto non farsi sottomettere. Le macchine non hanno umanità.

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