giovedì 4 ottobre 2012

Basta con i nominati,
sì ai candidati meritevoli


Il punto del direttore 9 settembre 2012

Ormai la politica, tra feste di partito e profumo di campagna elettorale, si è avviata verso la ripresa. L'autunno che è alle porte ci riserverà, e gli inizi si stanno vedendo in questi giorni, un bel po' effervescenza. Basti pensare allo scombussolamento dentro il Partito democratico con la discesa in campo di Matteo Renzi che, come promesso e annunciato, ha deciso di sfidare nelle primarie per la leadership il segretario del partito Pier Luigi Bersani.

Il camper non è ancora partito, forse sta facendo il tagliando, ma già sono partite le bordate  indirizzate al sindaco di Firenze da parte dei maggiorenti del Pd, di quelli che Renzi vuole rottamare perché da decenni e decenni sulla scena. Questa è la novità delle novità. Ora si tratta di capire in Umbria quanto seguito ha e quanto pensa di conquistarne. A schierarsi dalla sua parte, in maniera ufficiale, il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi e con lui una pletora di amministratori e consiglieri. La "truppa" dei renziani se la giocherà tutta intera la partita, non ha intenzione di stare a bordo campo o negli spogliatoi e infatti promette opera di proselitismo con la nascita di comitati. Dentro e fuori il partito, partito che non sta in buone condizioni neppure da noi perchè in preda ai travagli e con una fronda interna che rischia di ingrossare le fila. L'ultimo, in ordine di tempo, a esprimere forti critiche è stato il consigliere regionale Fausto Galanello che ha parlato di una regione polveriera per le logiche territoriali e i campanilismi di vario genere. Invocando l'innalzamento della discussione incentrata su una nuova idea di Umbria anziché perdere tempo ed energie in sterili ragionamenti sul numero di Asl, di Province, e via discorrendo.
Ora tutto il malessere è destinato a crescere o a diminuire a seconda di un accordo o un disaccordo sulle prossime scadenze, la prima delle quali è il rinnovo della presidenza di Palazzo Cesaroni a novembre. Nello stesso mese la mobilitazione sarà massima per lo svolgimento delle primarie (sempre che non saltino) con il partito spaccato tra bersaniani e renziani. Insomma carne al fuoco ce n'è tanta, forse troppa. Per non parlare della corsa contro il tempo per tentare di salvare la Provincia di Terni. E per non parlare delle caselline su cui scrivere i nomi e i cognomi dei candidati al Parlamento. Tranne le primarie che riguardano il Pd e il centrosinistra, tutti gli altri appuntamenti interessano anche il centrodestra. In particolare le candidature per Camera e Senato. E' vero che gli appetiti si intensificheranno quando sarà chiaro con quale legge elettorale si andrà alle urne, ma è altrettanto vero che i contatti con Roma non hanno conosciuto e non conoscono pausa. I parlamentari uscenti e quelli che vorrebbero entrare sono tanti, i posti limitati. E come al solito si preannuncia una guerra.
Utile sarebbe a tal proposito prevedere una serie di paletti, di criteri per una selezione delle candidature. Innanzitutto una sorta di "pagelle" di quanto hanno prodotto nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama i nostri parlamentari (il copyright dell'idea è dell'onorevole piddino Walter Verini, a ciascuno il suo). Rispondere del loro mandato ai cittadini che li hanno votati dovrebbe essere la regola ma è anche un fatto di onestà e di trasparenza.
Poi introdurre dei parametri per scegliere i candidati (primarie o sondaggi) da inserire nelle liste. Coloro che saranno votati e quindi andranno nei Palazzi romani dovranno avere un minimo di relazione con il territorio e con le comunità. E non come accaduto finora perché sono stati paracadutati da lontano, per la precisione nominati nel chiuso delle segreterie dei partiti.
Infine un applauso al Pdl che sta facendo un’opera di sensibilizzazione nei paesi e nelle città per reintrodurre il meccanismo delle preferenze, il miglior sistema di garanzia e di democrazia per eleggere i rappresentanti in un organismo assembleare.
anna.mossuto@edib.it

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