Editoriale Radio Onda Libera 5 settembre 2012
Simone Farina da simbolo del calcio pulito a disoccupato. La sua storia ha conquistato la ribalta del mondo del pallone perché lui, terzino del Gubbio, denuncio' un tentativo di combine. In pratica rifiuto' 200 mIla euro per aggiustare una partita di Coppa Italia. Il suo comportamento si legge negli atti processuali relativi allo scandalo del calcio scommesse.
Con la sua denuncia Farina diventa un ambasciatore del calcio pulito. Grandi titoli sui giornali, interviste in televisione, invitato come ospite d'onore da Blatter alla consegna del Pallone d’oro, poi da Prandelli a partecipare a uno stage della nazionale a Coverciano. E, ancora, è colui che effettua il giuramento al Torneo di Viareggio del 2012.
Al termine del campionato la risoluzione del rapporto con il Gubbio, il calcio mercato, i contatti con il Perugia. Poi niente. Farina e' rimasto a piedi, senza squadra. Forse andrà in Inghilterra, almeno così riporta il sito Umbria 24, all'Aston Villa, ad educare i giovani a un calcio basato sul principio di onesta' e correttezza.
Ma la storia del biondo terzino che non ha avuto paura a denunciare coloro che mortificano e offendono i valori dello sport e' emblematica. Perché innanzi tutto non sappiamo se il non accasarsi con una squadra sia una sua scelta oppure nessuna squadra l'abbia voluto tra i suoi giocatori. Eppure un calciatore leale e integerrimo dovrebbe essere corteggiato, desiderato. La scusa non può essere neppure il denaro perché per il suo ingaggio non parliamo di cifre stratosferiche. E' pur sempre un giocatore di serie B o di serie C.
Allora perché Farina, l'eroe del calcio pulito, non gioca? Forse perché il calcio mentre celebra a parole gli eroi nei fatti, non li accetta e non li fa giocare, perché le eccezioni non fanno sempre la regola. Eppure nel calcio come nella vita avremmo bisogno non di uno ma di cento, di mille Farina. Che crede nel rispetto delle regole, nell'onesta' e nella correttezza.
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