martedì 16 ottobre 2012

La solitudine degli industriali

Editoriale Radio Onda Libera 16 ottobre 2012

Parliamo di economia, all'indomani dell'assemblea di Confindustria regionale a cui ha partecipato anche il presidente nazionale degli industriali Squinzi. Il titolo scelto quest'anno e' stato "Uniti contro la crisi". Un titolo forte e beneaugurante. Lo svolgimento e' stato normale, quasi scontato. Le imprese umbre, ha detto il presidente di Confindustria di Perugia Cesaretti, sono come un "pugile stremato che barcolla sul ring in attesa del gong".
Un'immagine eloquente che spiega le dimensioni della crisi a causa della quale una parte consistente dell'apparato produttivo e' a rischio di sopravvivenza.  Sotto l'accusa di Cesaretti il sistema bancario, «arroccato nelle comode certezze del rating», una pubblica amministrazione che vive «in un mondo parallelo» e che continua ad essere «di ostacolo allo sviluppo», la pressione fiscale, quei casi di politici che sono andati «all’arrembaggio dei soldi pubblici» e per finire i sindacati, che addossano le responsabilità di una crisi dovuta al tracollo della domanda interna solo agli imprenditori.
Nel corso dell'assemblea si e' parlato del caso Terni in vista dell'incontro di oggi a Roma tra ministero allo sviluppo economico, azienda finlandese e istituzioni umbre nel corso del quale si chiederà a Outokumpu di fare marcia indietro per evitare lo smembramento della storica fabbrica di acciaio.
Guardando al futuro, Cesaretti ha promesso che gli industriali non deporranno le armi, ce la metteranno tutta per uscire dalla crisi, la ripresa non si vedrà prima del 2014. Ma ha anche accusato le istituzioni regionali di non fare abbastanza, che la Confindustria e' sola e che l'economia regionale si sta sganciando dai parametri del nord per avvicinarsi a quelli del sud. Insomma la situazione e' ancora e forse di più delicata del solito, le imprese che non ce la fanno chiudono i battenti, le famiglie sono più povere e hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. La politica non si rende conto di ciò che sta vivendo il Paese. E questa a nostro avviso e' la più grossa mancanza e responsabilità.

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