martedì 2 ottobre 2012

Il risiko delle Province

Editoriale Radio Onda Libera 3 agosto 2012

E' cominciato il gioco del risiko sul territorio regionale. Con la decisione del governo di abolire meta' Province, da noi quella di Terni e' a rischio. Perché non ha i requisiti richiesti, e cioè 350 mila abitanti e 2.500 chilometri quadrati di superficie. Per salvarsi Terni ha solo la possibilità di inglobare comuni vicini.
E da qui il risiko. Con pezzi di territorio che non ci stanno a cambiare provincia, con partiti e amministrazioni spaccate tra quello che viene ordinato e quello che viene percepito dalle popolazioni. E tutti si esprimono, tutti sono al lavoro per dire, per proporre, per contraddire.
Il percorso per questo riordino e' breve, entro l'autunno dovrebbe essere tutto deciso. In un senso o in un altro. Ovviamente si e' innescata la solita guerra di campanile, l'Umbria non può avere una sola provincia che coincide con l'area regionale, non si può spazzare via una parte di storia. Poi ci sono gli interessi particolari di chi in quei comuni trova linfa di consensi. Insomma un bel pastrocchio. 
Una cosa di buon senso l'hanno detto i sindaci di Foligno e Spoleto, nel mirino del riequilibrio, e cioè che non si possono imporre scelte dall'altro, ma bisogna condividere ogni scelta con i cittadini.
Comunque il tutto e' ancora a livello di chiacchiere e in merito vogliamo dire la nostra. E cioè che le Province andrebbero eliminate tutte, che non ha senso oggi neppure parlare di Regione. L'Umbria e' così piccola, in numeri e fatturati, quindi poco autosufficiente che se non si aggrega con le regioni vicine rischia di sparire, di contare sempre meno. L'Italia di mezzo sarebbe la risposta giusta, intelligente, perché l'unione fa la forza. 

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