mercoledì 10 ottobre 2012

Il futuro dell'Umbria in gioco

Editoriale Radio Onda Libera 10 ottobre 2012

L'Ast, l'azienda di acciaio di Terni, la piu' grande fabbrica della regione, vive nell'incertezza, e' in vendita. Outukumpu, la societa' finlandese che ha raggiunto un accordo con Thyssen, ha proposto all'Unione europea la cessione dell'impianto di Terni per rispettare le condizioni poste dall'Antitrust. Nel comunicato on line, Outukumpu precisa che sono escluse dalla cessione una linea di produzione a Terni, che sara' trasferita a un sito di produzione del gruppo, e la societa' Tubificio. In pratica la società finlandese ha deciso di spacchettare l'azienda ternana e di venderà a spezzatino. 

Le nuove proposte presentate da Outokumpu verrano studiate dall'Antitrust ed entro il 16 novembre la commissione dovra' prendere una decisione in merito. Ora si tratta di trovare un compratore, un nuovo compratore ma i rischi sono anche altri.
L'annuncio di Outokumpu, come prevedibile, ha provocato reazioni a vari livelli. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha chiesto un ''incontro immediato'' al presidente del consiglio Mario Monti e al ministro Corrado Passera perche', a suo giudizio, con la decisione del gruppo finlandese ''si prefigura lo scenario peggiore e piu' devastante per il futuro industriale ed occupazionale dello stabilimento delle Acciaierie di Terni''. 
A stretto giro di posta arriva anche il commento dello stesso ministro della Sviluppo economico: per Passera, che prossimamente incontrera' il ceo di Outokumpu, occorre ''che siano evitate, da parte del gruppo finlandese, iniziative che possano compromettere l'integrita' produttiva dello stabilimento ternano''. 
Il sito dell'Ast di Terni ''deve essere venduto nella sua interezza e senza mutilazioni, ribadisce la Fiom Cgil che, insieme alle altre sigle sindacali, ha organizzato l'immediata reazione all'annuncio della proprieta', con lo sciopero alla fine di ogni turno di oggi e l'annuncio dello sciopero di tre ore, con corteo cittadino, per giovedi' prossimo. Reagisce anche il consiglio regionale dell'Umbria, con un documento unanime a difesa del sito ternano.
Sicuramente la situazione e' difficile, delicata, a rischio per migliaia di famiglie che vivono con il lavoro della storica acciaieria di viale Brin. L'unico rammarico e' non aver saputo prevedere le conseguenze della dismissione dei tedeschi, e' non aver saputo calcolare i pericoli di una vendita senza troppe garanzie.  La speranza e' che ci sia una mobilitazione generale per difendere la fabbrica di Terni, la fabbrica dell'Umbria. E non si tratta di una difesa corporativa, di un campanile. Qui, su questa storia, c'e in gioco il futuro della regione, non certo sulle chiacchiere nel mantenere la seconda provincia.

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