lunedì 22 ottobre 2012

Le furberie del Bel Paese

Editoriale Radio Onda Libera 22 ottobre 2012

Oggi parliamo di economia, dalla parte degli sprechi. Il rapporto della guardia di finanza nei primi nove mesi di quest'anno e' sconvolgente. Le frodi sulla spesa pubblica, in questo periodo di risi, hanno subito un'impennata. Tangenti e finti poveri sono costati allo Stato qualcosa come 3 miliardi. E il campionario dei casi e' variegato.
Veri ricchi che si fingono poveri e ottengono l'assistenza dovuta a chi e' indigente, persone sane che denunciano gravi malattie e grazie ai falsi certificati riescono a percepire le indennità, figli o fratelli che continuano per anni ad incassare la pensione del parente morto. La «voce» più consistente e' quella dei danni erariali causati dai pubblici dipendenti con oltre un miliardo e mezzo di danni contestati a quei funzionari e impiegati che hanno contribuito a prosciugare le casse di enti e società commettendo falsi e abusi, ma soprattutto intascando «mazzette».
Ma le truffe sono all'ordine del giorno e i controlli fanno venire a galla situazioni al limite del paradosso. E soprattutto hanno sfatato un antico luogo comune, e cioe' che i raggiri si consumano solo al sud. Non e' cosi.  Gli approfittatori delle casse pubbliche sono spalmati lungo tutta la Penisola, dalla Sicilia al Trentino. Ma questa non puo' e non deve essere una consolazione o una giustificazione perche' se lo fanno tutti e dappertutto e' meno grave. No, e' sempre gravissimo, anzi e' reato, frodare lo Stato. E a nostro avviso vanno benissimo i controlli, ma a questi vanno accompagnate le sanzioni, serie ed efficaci. Perche' solo un giusto sistema che punisce chi fa il furbo puo' essere da deterrente per gli altri, può frenare la voglia di fregare lo Stato, quindi il prossimo.

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