martedì 2 ottobre 2012

La crescita ha bisogno di riforme

Editoriale Radio Onda Libera 11 luglio 2012
Sono oltre tre milioni e campano con poco più di 800 euro al mese. E' l'esercito dei lavoratori precari d'Italia secondo un'analisi fatta dal centro studi della Cgia di Mestre. Sono numeri impressionanti se letti nella loro interezza. i lavoratori con contratti a termine sono 3.315.580, guadagnano 836 euro netti al mese, che è la media tra i 927 euro dei maschi e i 759 euro per le donne.

Per quanto riguarda il titolo di studio, va sfatato un luogo comune che vuole i precari con un elevato livello di studio. In realta solo il 15% è laureato, quasi uno su due ha un diploma di scuola media superiore, mentre il restante 39% circa ha concluso il percorso scolastico con il conseguimento della licenza media. La più alta concentrazione di lavoratori precari italiani è nel pubblico impiego. Infatti, nella scuola e nella sanità ne troviamo 514.814, nei servizi pubblici e in quelli sociali 477.299. Gli altri settori che registrano una forte presenza di questi lavoratori atipici sono il commercio (436.842), i servizi alle imprese (414.672) e gli alberghi e i ristoranti (337.379).
Se si guarda alla distribuzione geografica, infine, è il sud l'area dove il ricorso al lavoratore precario è maggiore. le realtà più coinvolte sono la Calabria (21,2%), la Sardegna (20,4%), la Sicilia (19,9%) e la Puglia (19,8%). Intanto l'Ocse  promuove la riforma del lavoro  ma lancia l'allarme sul tasso di disoccupazione il 10,1 per cento del nostro Paese che  continuerà ad aumentare, colpendo soprattutto i giovani, una categoria che già conta il triste record di un precario su due. Ma per incidere efficacemente in queste classifiche e' necessario far sì che le riforme non rimangano sulla carta, ma vengano individuati strumenti per far ripartire la crescita, per creare nuovi posti di lavoro.
La crisi e' senza precedenti, sta impoverendo tutti di giorno in giorno. Fare qualcosa e' un dovere sacrosanto, perché significa garantire un futuro ai figli, alle nuove generazioni. E chi deve muoversi lo deve fare in fretta, non c'e più tempo da perdere. Non ci si deve nascondere dietro alibi come non ci sono soldi, per investire. Chi ha responsabilità di governo deve inventarsi qualcosa perché e' troppo facile amministrare con il portafogli pieno. Anche i bambini ne sarebbero capaci.

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