venerdì 5 ottobre 2012

Lunga vita al decreto anti casta

Editoriale Radio Onda Libera 5 ottobre 2012

In seguito agli scandali che stanno interessando tutta l'Italia, il governo prende le misure e pensa a un decreto anti casta, a un decreto che tagli le spese, le poltrone e i vitalizi perché quello che sta succedendo fa parte della cattiva politica che appartiene a un Paese vecchio, da archiviare. E l'opinione pubblica e' sconcertata di fronte a fatti che minano la fiducia dei cittadini verso le istituzioni. 

Il governo vuole operare con un bisturi per eliminare gli sprechi e le spese allegre, pensando a finanziamenti ai partiti dimezzati del 50 per cento, compensi al minimo, niente fondi ai mono gruppi e altre misure simili.  E se una Regione non ci sta, scioglimento del consiglio e commissariamento. C'e poi la questione dei controlli sulla spesa: se non saranno effettuati niente soldi. Ma soprattutto la tracciabilità delle spese dei gruppi, con controlli anche della guardia di finanza. Ma ancora più di impatto e' il taglio entro 6 mesi del numero dei consiglieri e degli assessori regionali.
E' previsto poi il giro di vite per tutti gli amministratori locali, i Sindaci e i presidenti di provincia spreconi, colpevoli di non aver tenuto bene i conti, saranno incandidabili per 10 anni e rischieranno di pagare mega multe. “Dieta” anche su consulenze e auto blu. Il decreto sui costi della politica obbliga anche le Regioni ad attenersi alle regole statali in materia di riduzione di consulenze e convegni, auto blu, sponsorizzazioni, compensi degli amministratori delle società partecipate.
Fin qui le notizie, ora il nostro giudizio. Questo decreto anti casta a noi piace. Piace perché se approvato e attuato permette di ridare un po' di fiducia alla collettività, di restituire un po' di credibilità alla politica e soprattutto garantisce di ridurre i giganteschi sprechi della spesa pubblica. L'augurio e' che non si impantani nelle aule del Parlamento, tra i ricatti vergognosi di una classe politica alla frutta. I cittadini su questo stanno dalla parte di Monti.

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