martedì 2 ottobre 2012

L'Italia di mezzo per salvare l'Umbria

Editoriale Radio Onda Libera 19 luglio 2012

I ternani non ci stanno. Con la quasi certa chiusura della Provincia di Terni, i cittadini della Conca vogliono decidere da soli con un referendum consultivo se finire con Perugia o con Roma. Si e' costituito un comitato ed e' partita la raccolta di firme con l'obiettivo di portare i cittadini alle urne e farli esprimere.

Fino al 15 settembre e' possibile firmare per testualmente "il distacco del Comune di Terni dalla Regione Umbria e per l'aggregazione alla regione Lazio». Tradotto, fare di Terni una città che «oltre a guardare a Roma», ne faccia parte anche in termini amministrativi. E questo perché Perugia, agli occhi dei promotori del referendum, è sempre più lontana. 
Insomma i ternani, che da sempre hanno sofferto un complesso di inferiorita' rispetto a Perugia, per ragioni di dimensioni territoriali, per motivi storici - Terni citta operaia, Perugia citta vocata alla cultura - oggi hanno l'opportunita' per andarsene, per allontanarsi dal capoluogo umbro.Non e' la prima volta che i ternani raccolgono le firme per diverse cause, dalla difesa dell'ospedale e dell'universita, contro la tassa tevere-nera. Ma non e' stato mai un successo. Ora l'impegno e' di raccogliere 2.500 firme in 60 giorni.
Una riflessione e' d'obbligo. Assodate le motivazioni del comitato nel difendere l'autonomia di una provincia, la battaglia appare come al solito campanilistica, perché con i tempi che corrono e che verranno, allungando un po' lo sguardo e' l'identità dell'Umbria a essere a rischio. La nostra regione e' un fazzoletto di terra, con 900mila abitanti, non ha i mezzi e le risorse per andare avanti, il futuro e' nel costruire alleanze e sinergie con le regioni vicine, con le regioni del centro Italia per dar vita a delle macroaree, all'Italia di mezzo. Insomma l'unione fa la forza. Altro che referendum, per andare di qua o di la'.

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