domenica 6 dicembre 2015

Geotermia e Auri: fatti, non opinioni

Il punto del direttore del 6 dicembre 2015 

Il bicchiere è lo stesso ma c’è chi lo vede mezzo pieno e chi mezzo vuoto. Questo per dire che esistono pareri mediani, interpretazioni diverse e opposte di uno stesso fatto. Ma i fatti non sono soggettivi. Sono fatti e basta. E come tali non adattabili a opinioni.  Senza farla troppo lunga, andiamo subito nel concreto e prendiamo ad esempio due questioni gigantesche che riguardano l’ambiente, la sostenibilità, l’economia di questa regione.
La prima si chiama geotermia e cioè il progetto di realizzare nella zona compresa tra l’Orvietano e la Tuscia un impianto che estrae calore dalla terra per poi riversarlo come fonte energetica (ovviamente la spiegazione è semplicistica).
Dopo mesi di domande, richieste e ottenimenti di valutazione di impatto ambientale da parte di due ministeri, la pratica è arrivata negli uffici della Regione per il via libera definitivo. Attorno a questo argomento si è scatenato il finimondo, con almeno due dozzine di sindaci che protestavano, e mozioni di vari consiglieri di tutti i livelli. Bene, dopo un tira e molla pazzesco, ecco la sospirata decisione racchiusa nella frase che non ci sono motivi ostativi per procedere alla realizzazione dell'impianto anche perché il piano regolatore del comune interessato prevede espressamente l’accoglienza di strutture del genere.
...Ma allora di che stiamo parlando?
Stiamo parlando del comportamento un tantino pilatesco della politica regionale, della maggioranza ovviamente, di allegare al parere positivo della pratica anche il documento di contrarietà dei sindaci e la mozione sulla stessa linea proposta dal gruppo del Pd in consiglio regionale che chiede di discuterne in commissione.
Come per dire, non è stata una scelta politica bensì un atto dovuto ma chi deve tener conto della situazione tenga in considerazione le voci contrarie.
Con tutto il rispetto per le posizioni delle parti in causa e senza tifare per nessuna visto che le cose sono già decise, ci sembra che la politica in casi come questi abbia abdicato al suo ruolo di programmazione, di visione della realtà. Un inciso: qualcuno ci spiegherà perché no alla geotermia e sì alle trivellazioni.
La seconda questione si chiama Auri (testualmente Autorità umbra per rifiuti e risorse idriche), l’ente che dovrà sostituire su scala regionale i quattro Ati (Ambiti territoriali integrati).
La legge che la istituisce è del 17 maggio 2013 e ancora non vede la luce. Sicuramente c’è stato bisogno di passaggi intermedi come statuto, assemblee, provvedimenti connessi ma due anni e mezzo sono un tempo lungo per attuare una normativa. Soprattutto in periodi come quelli che stiamo vivendo con la Gesenu travolta dagli scandali che da sola gestisce la partita dei rifiuti in un terzo della regione per non parlare degli Ati che tutto sembrano tranne che essere sul punto di essere assorbiti.
Insomma la bontà di una volontà politica, di semplificare e accorpare enti ed enti all’insegna di un duplice obiettivo, risparmiare e rendere più efficienti i servizi per i cittadini, va a farsi benedire se non si accelerano i tempi e se non si danno le gambe alle leggi per camminare.
Le norme rimangono sulla carta e la politica non fa buona politica perché in tema di acqua e rifiuti non è possibile che le tariffe cambino da comune a comune, da gestore a gestore, a maggior ragione in una terra piccola come la nostra.
In conclusione è prendendo in prestito lo slogan che in questo fine settimana campeggia davanti ai banchetti del Pd in giro per l'Italia e anche dalle nostre parti, diciamo Umbria, coraggio.
Perché è ora di svoltare, di dare risposte, di fare veramente le riforme e non solo in teoria.
www.annamossuto.it

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