martedì 2 ottobre 2012

La Nestlé e il ruolo del sindacato

Editoriale Radio Onda Libera 26 luglio 2012

L'argomento di oggi è il lavoro, tra spread e mercati, tra Province da tagliare e rischio di elezioni autunnali. Perché la proposta della Nestle' di assumere il figlio del padre lavoratore che si riduce l'orario di lavoro sta facendo discutere tutta la Penisola. E tra poco, alle dieci, cominciano le quattro ore di sciopero, due per ogni turno, programmate davanti allo stabilimento della Perugina di San Sisto. 


Veramente la protesta era organizzata per altri motivi, ma la proposta dell'azienda tiene banco e acuisce la tensione. L'azienda vuole andare avanti e intende estendere la proposta se ci sono le condizioni anche ad altre realtà produttive. Specificando che non si tratta di un automatismo e che la scelta e' a totale discrezione del lavoratore o lavoratrice nel caso abbiano figli idonei. A questo punto i numeri si sovrappongono: secondo i sindacati, la maggior parte, che ritiene la proposta indecente, potrebbero essere poche le persone interessate, secondo la Nestle' almeno un centinaio di dipendenti.
Abbiamo già espresso il nostro parere in merito a questo patto generazionale, parere positivo perché non ci vediamo nulla di scandaloso. Innanzi tutto si tratta di un'eventuale decisione volontaria, poi lo "scambio" sarebbe minimo, cioè il padre si riduce di 10 ore l'orario da 40 a 30  e permette di far entrare il figlio in fabbrica a tempo indeterminato. Onestamente le barricate non le comprendiamo, con la riforma Fornero che fa slittare il tempo delle pensioni ci dovremmo rendere conto che i giovani tarderanno sempre di più a entrare nel mondo del lavoro. E se non ci si inventa qualcosa, come sta facendo la Nestle', le nuove generazioni rischiano di diventare vecchie senza aver mai lavorato.
Forse il sindacato deve ripensare il suo ruolo e la sua funzione perché difendere rendite di posizioni non porta da nessuna parte. Anzi in un vicolo cieco.

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