mercoledì 17 ottobre 2012

Dopo Veltroni, anche D'Alema rinuncia

Editoriale Radio Onda Libera 18 ottobre 2012

E' scontro dentro il Partito democratico. Dopo Veltroni anche D'Alema annuncia che non si ricandida. Ma lancia la sfida a Renzi, dice testualmente "non chiederò deroghe in caso di vittoria di Bersani alle primarie", ma è "pronto alla battaglia politica" se si afferma il sindaco di Firenze. E ancora: "Renzi non è il rimedio ma è peggio del male perché è un elemento di divisione. Il difetto del centrosinistra è stata la divisione".
Le motivazioni della rinuncia dell'ex premier sono diverse da quelle di Veltroni. Se per l'ex sindaco di Roma si tratta di una scelta maturata scaturita dalla "amarezza per quel che è diventata la politica", per lui non si tratta di una resa ma di un incentivo a "fare ancor più politica". Mani più libere insomma, senza incarichi istituzionali a fare da freno.
La rottamazione dentro il Pd sta creando polemiche. Ora tutti a chiedersi se faranno la stessa scelta gente come la Bindi, la Finocchiaro e Marini, insomma tutti coloro che siedono in Parlamento da decenni.
La regola del Pd e' che chi fatto piu' di 15 anni, ossia tre legislature piene, deve chiedere una "deroga" per potersi ricandidare. Quindi le eccezioni sono previste, quello che non era previsto era la forza di Renzi nel chiedere in tutt'Italia ai vecchi dirigenti e farsi da parte, di starsene a casa.  Il rottamatore sta spopolando nel suo viaggio in camper e anche nei sondaggi dal momento perché dice quattro-cinque concetti che arrivano diritti alla testa e alla pancia della gente.  Non rieleggere coloro che fanno politica da anni, dimezzare il finanziamento pubblico, ridurre il numero dei parlamentari.
Ecco, cose semplici, lineari, che se attuate daranno uno scossone alla politica. Uno scossone in senso positivo, dopo gli scandali degli ultimi tempi.

Nessun commento:

Posta un commento