martedì 2 ottobre 2012

Su riforme e riassetto
meglio andare oltre

Il punto del direttore 2 settembre 2012

Poppea ha spazzato via il caldo luciferino di un’estate lunghissima e con l’aria rinfrescata forse si ragiona meglio. Un paio i temi prioritari nell’agenda della politica di casa nostra. Il primo, più stringente, è il riordino territoriale della regione con il Cal (Consiglio delle autonomie locali) chiamato a formulare ufficialmente una proposta entro un mese. Poi la trafila in Regione e quindi sul tavolo del governo. 
L’idea che circola è quella di spostare Foligno, Spoleto e Valnerina (quella che una volta si invocava come terza provincia e ora è nota come area vasta) nel territorio di Terni al fine di salvare la Provincia come istituzione. Le correnti di pensiero sono sempre due in merito ed entrambe con argomentazioni valide: chi ritiene che la seconda Provincia va assolutamente salvaguardata perché si impoverisce l’Umbria, anzi si mette a rischio il futuro stesso della regione. E chi sostiene che oggi come oggi sarebbe opportuno guardare oltre le Province quanto meno perché con le competenze che le resteranno saranno depotenziate e assimilate a dei super-Comuni. Superfluo poi ricordare che quasi tutti i partiti a ogni campagna elettorale si impegnano ad abolire le Province e poi quando qualcuno prova a ridurle scoppia il finimondo. Due sono le cose: o si dicono baggianate prima del voto o si perde la memoria durante la legislatura. Certo, ci può essere anche la terza, che ci si ravveda e si torni indietro. Ma finora nessun politico ha comunicato di aver cambiato idea in merito. Ergo, l’incoerenza la fa da padrona. Poi esiste anche un altro aspetto, e cioè che non si fanno i conti con gli interessi particolari di una collettività, di un territorio. La riduzione delle Province va a intaccare equilibri, poltrone e privilegi di quelle a rischio e questo crea, comprensibilmente, scontento e malumore. Ma possibile che non si riesce a guardare un po’ più lontano del nostro naso e immaginare, disegnare un modello diverso, al passo con i tempi, moderno per i nostri paesi, le nostre città? 
L’Umbria potrebbe tornare a essere il laboratorio di un nuovo modo di fare politica,di elaborazione di progetti per rivedere schemi obsoleti. A una condizione però, che ci siano le idee. E di queste non se ne vedono molte in giro. Il secondo punto che riscalderà l’autunno sarà la partita delle riforme. Quella che riguarda la sanità si avvia a fare il suo percorso in commissione, per poi approdare in consiglio regionale per l'approvazione. I tempi previsti sono ottobre-novembre ma comunque non sarà un iter semplice visti i mal di pancia all'interno della stessa maggioranza tra chi vuole due Aziende ospedaliere e due Asl e chi invece propende per un’unica Azienda e una sola Asl. La divisione appartiene a logiche e scelte di politica sanitaria. Al di là dei numeri quello che interessa maggiormente la gente è la garanzia dei servizi e sopratutto la qualità di essi. E' ovvio che in un quadro di cambiamenti a farsi sentire sono soprattutto i territori, le istanze delle aree che non vogliono sentirsi penalizzate da decisioni calate dall'alto. Ma anche in questo caso, come in quello del riordino istituzionale, sarebbe auspicabile uno sforzo e soprattutto un po’ di coraggio per andare oltre, per riscrivere gli assetti senza limitarsi agli egoismi e ai campanili ma abbozzando una visione più ampia del futuro, dell’Umbria di domani.
A parte i temi prioritari, anche i partiti si rimettono in movimento tenendo ben presente le scadenze e gli  appuntamenti in calendario. Da questo mese si entra più intensamente in quel clima che ci avvicina alla campagna elettorale, quindi abbonderanno i discorsi sulle alleanze, sulle primarie e sulle candidature.
A tal proposito di quest'ultimo punto ci sembra intelligente e comunque condivisibile la proposta dell'onorevole del Pd Walter Verini lanciata in un’intervista su questo giornale, e cioè che i partiti diano un giudizio sul lavoro svolto dai parlamentari uscenti. Una sorta di “pagella” ma in particolare un modo, un criterio per riportare al centro dell'attenzione il merito e l'impegno. E scusate se è poco visto i tempi che corrono, il vento dell’antipolitica che soffia in tutta la Penisola e soprattutto il rischio che si ritorni a votare con il porcellum.

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