domenica 7 ottobre 2012

Ritrovare il senso del bene comune

Il punto del direttore del 7 ottobre 2012

Da Assisi sono partiti tanti messaggi, importanti, di speranza e di buon senso. Dal luogo della spiritualità per eccellenza certe frasi, certe parole pronunciate davanti alla basilica del Poverello da personaggi di rilievo a livello nazionale hanno acquisito un valore più fragoroso, più intenso. A cominciare da quello che ha detto il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri.
Nel suo discorso per i festeggiamenti in onore di san Francesco, la responsabile del Viminale ha sostenuto due concetti fondamentali. Il primo, in questo Paese c’è un assoluto bisogno di sobrietà. Il secondo, ognuno di noi deve fare il proprio dovere. Solo con questi atteggiamenti si possono contrastare gli scandali derivanti dalla politica.
Come non sottoscrivere punto per punto questi principi? Poi il giorno dopo, al Cortile dei Gentili, a rafforzare tali considerazioni l’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha avvertito che ciò che rischia veramente di perdersi è il “senso del bene comune, dell’interesse generale”. E la causa sta nei fenomeni di degenerazione della politica e di scivolamento nell’illegalità. E' vero che la società sta attraversando una fase di profonda incertezza e inquietudine, ma è altrettanto vero che tra gli italiani si deve suscitare una più diffusa presa di coscienza e mobilitazione morale e civile.
Le frasi pronunciate dalla Cancellieri e dal capo dello Stato sono forti, lasciano il segno, perché arrivano dritte alla testa e alla pancia di chi le ascolta.
In un momento così delicato, di grande disorientamento e anche di degrado etico e politico, la nobiltà di certe affermazioni è destinata a colpire, a toccare le corde e la sensibilità dell’opinione pubblica.
Tra i vari Batman e i piccoli personaggi che dal nord al sud dell’Italia si foraggiano con i soldi pubblici, speculando sui rimborsi, intascando indennità e gettoni a go go, spendendo e spandendo grazie a una sorta di autoimpunità, udire che c’è bisogno di sobrietà e che ognuno deve fare il suo dovere aiuta a riconciliarsi con il mondo. Perché non si tratta di astrusità ma di affermazioni quasi banali, scontate, eppure sentite, sperate, invocate dalla gente normale. Quella che tutti i giorni spegne la tv o chiude i giornali perché stanca di sentire o leggere certe nefandezze, quella che tutti i giorni si alza la mattina e va a lavorare per poche centinaia di euro al mese per mantenere la famiglia, la casa e le spese. Per inciso gli stipendi dei nostri consiglieri regionali saranno tra i più bassi di Italia ma non sono mica caramelle quei sei-sette mila euro al mese....
Comunque va dato atto che qualcosa di buono si è mosso dalle parti nostre. E risponde al nome del pacchetto di tagli deciso dall'ufficio di presidenza del consiglio regionale. Che prevede una serie di misure concrete come l’abolizione dei monogruppi e del consigliere giuridico, la riunificazione di due commissioni, quella sulle tossicodipendenze e quella sulle infiltrazioni mafiose, l’eliminazione di una delle auto blu.
Il progetto umbro di austerity va nella stessa direzione imboccata dal governo con il decreto anticasta, quindi meno finanziamenti ai gruppi, meno soldi pubblici a disposizione di chi fa politica e più controlli con sanzioni serie per chi non amministra correttamente.
L’auspicio è che le Aule approvino le decisioni prese, altrimenti il tutto resta a livello di buone intenzioni, cioè di chiacchiere, di parole al vento. Mentre a Palazzo Cesaroni si studiava dove incidere i gruppi consiliari continuavano a fare a gara nel pubblicare on line i loro bilanci. L’appello non è completo, peccato. Si tratta di un’altra occasione persa per recuperare un po’ di credibilità nei confronti dei cittadini. E questo fa riflettere perché certi comportamenti alimentano l’antipolitica.
Solo in un partito in questo momento si percepisce un po’ di effervescenza, e cioè nel Pd alle prese con le primarie. Una battaglia senza esclusioni di colpi tra bersaniani e renziani, con comitati che spuntano come funghi in ogni dove. La nostra regione non è da meno e già si pregusta uno scontro vero, come forse non c’è mai stato. Dalle altre parti calma piatta. Almeno per ora.
anna.mossuto@edib.it
www.annamossuto.it

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