martedì 2 ottobre 2012

Umbria a due facce, anche nei reati

Editoriale Radio Onda Libera 21 agosto 2012

I reati in Italia, dopo tre anni di flessione, tornano a crescere. Secondo l’elaborazione pubblicata su Il Sole 24 Ore, sulla base degli ultimi dati del ministero dell’Interno nel 2011 sono stati 2,76 milioni contro i 2,62 del 2010, con una crescita del +5,4%. 
Complice la crisi economica, i furti nelle abitazioni sono aumentati del 21%, arrivando a quota 205 mila; crescita analoga per le rapine, soprattutto ai negozi, che ammontano a oltre 40 mila. I borseggi sono stati 134 mila, gli scippi, quasi 17.700, sono saliti rispettivamente del 16% e del 24%.
A detenere il record negativo è Milano, che ha la più alta incidenza di reati in rapporto alla popolazione: 7.360 ogni 100 mila abitanti, ed è prima per volumi, seguita da Roma. Napoli è invece al primo posto per le truffe (353 ogni 100 mila abitanti) e per le rapine (270 ogni 100 mila persone). 
E da noi la situazione come e'? In aumento in provincia di Perugia, in calo in quella di Terni. La fotografia dell’Umbria criminale mostra una regione a due facce. Da una parte la provincia di Perugia che si piazza al 41esimo posto con 4.041 reati denunciati ogni centomila abitanti (+5,6% rispetto al 2010) e, dall’altra, Terni 60esima con 3.636 denunce e un calo, rispetto al 2010, del 2,6%. Complessivamente i reati nel Perugino sono stati 27.214 e 8.532 nel Ternano: reati inferiori a quelli della media nazionale pari a 4.557 denunce ogni centomila abitanti (+5,4%).
Due considerazioni su questo argomento e su questa montagna di dati. La prima già accennata che l'aumento dei reati e' dovuto in parte agli effetti della crisi. Un risvolto questo su cui riflettere: la gente arriva a delinquere perché non ha soldi e non ha soldi per mancanza di lavoro. Una catena tristissima. La seconda e' di carattere più tecnico ed e' legata alla certezza della pena. Il responsabile del reato, dopo un processo possibilmente rapido, e quindi l'accertamento della colpevolezza deve espiare la sua condanna. Invece a volte le cose non funzionano così tra prescrizioni, benefici, sconti e via dicendo, perché la verità e' che nel nostro sistema si pensa di più a chi ha commesso il reato che a chi l'ha subito. Ovviamente e' la nostra opinione. 

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