martedì 23 ottobre 2012

Quando il voto è inutile

Editoriale Radio Onda Libera 23 ottobre 2012

Il consiglio regionale di ieri ha approvato a maggioranza il documento sul riordino delle Province. Due per la verità le mozioni portate al voto: è passata quello del centrosinistra, con cui si chiede di attivare il meccanismo previsto dall’articolo 133 della Costituzione che affida ai comuni e regioni il compito di ridisegnare le circoscrizioni provinciali.

Nella prima versione del Cal (Consiglio delle autonomie locali) c’era addirittura lo spostamento di 22 comuni per salvare la Provincia di Terni.
Questa la notizia nuda e cruda. Da tener conto che ieri l’assemblea ne ha discusso proprio quando il ministro Patroni Griffi annunciava che è tutto pronto per il riordino. Entro i primi di novembre il decreto ufficiale. Nessuna deroga, neanche per Terni, commissari da giugno 2013 e dialogo con i governi locali per decidere gli organi decentrati, tipo questure etc.
Ora il voto del consiglio regionale pare quasi inutile, una perdita di tempo. Se non per le conseguenze a livello politico che ci sono state. Innanzi tutto, entrambi gli schieramenti hanno perso qualche pezzo per strada. Nel centrosinistra, l’Italia di Valori ha votato contro la maggioranza scatenando anche le ire dei dipietristi ternani. Il centrodestra che ha riscritto un documento pari pari a quello degli avversari se lo è visto votare a favore solo da 7 consiglieri (su 28), contro l’Udc e Fare Italia, astenuta la Lega.
Al di là dell’aspetto politico e del valore del documento, quello che va sottolineato è che l’assemblea legislativa ha votato, impegnando ore e ore di lavoro per qualcosa di completamente inutile. Perché a Roma hanno già deciso e sono per ridisegnare l’assetto istituzionale del Paese, quindi cancellazione della provincia di Terni. Stop. Tutto il resto sono chiacchiere.
Forse è il caso che la politica si interessi di cose più serie, come la crisi economica e la mancanza di lavoro.

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