La politica economica del governo non piace, non convince
perché continua la strada dei sacrifici e dei tagli. Nel mirino questa volta
giustizia, sanità e pubblico impiego. Nell'ordine, è prevista la chiusura di 280
uffici tra tribunali, procure e sezioni distaccate, nella sanità pubblica
sono stati individuati tagli per un risparmio di 8,5 miliardi in tre anni. Per finire,
conteggiati diecimila esuberi tra gli statali.
Insomma un altro piano lacrime e sangue per reperire quei
soldi utili a sanare, anzi ad alleggerire, il debito pubblico. L'accordo con i
partiti ancora non c'e, quello che c'e di sicuro e' la contrarietà dei
sindacati per queste nuove pesanti misure del governo. E infatti i rappresentanti dei lavoratori già si sono
fatti sentire annunciando che se non si saranno modifiche scenderanno in
piazza, sciopereranno contro questa politica. I paletti sono precisi, criterio
nei tagli, concertazione, riduzione di consulenze e sprechi.
Insomma l'estate romana si preannuncia più calda non solo
per il clima incandescente e per i vari Scipione o Caronte. Quest'ultima
puntata della famosa spending review, letteralmente revisione della spesa, non
e' gradita. E onestamente al di la' dei settori che va a colpire, settori
nevralgici per la vita di un Paese, non pare coordinata e soprattutto destinata
a essere incisiva, efficace.
Insomma quello che tutto ci aspettavamo da monti e dal
suo governo di tecnici era subito un piano serio e concreto di tagli agli
sprechi e ai privilegi della classe politica. Confidavamo nel fatto che questi
professori non dovessero rispondere ai partiti, avessero le mani libere e
quindi agire in piena autonomia per il bene del paese. Invece appaiono
prigionieri e ostaggi di chi in parlamento schiaccia il bottone del rosso o del
verde. Peccato, un'altra occasione persa. E non poi non stupitevi se il
consenso a grillo aumenta.
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