martedì 2 ottobre 2012

La matassa ingarbugliata del riordino


Editoriale Radio Onda Libera 6 agosto 2012

A proposito di riordino Province, anche sette sindaci della Valnerina dicono «no» a Terni. Dopo quelli di Spoleto e Foligno, dopo quelli della Media valle del Tevere e di Città della Pieve un altro rifiuto. Cori da Sant’Anatolia di Narco a Norcia.

L’ipotesi dei riequilibrio dell’Umbria o meglio l'accorpamento con la Provincia di Terni non piace affatto. In una nota congiunta, hanno, prima, bollato lo scenario come «dannoso e anacronistico» e, poi, richiamato tutti i soggetti coinvolti, dalla Regione fino ai vicini di Spoleto e Foligno, a un maggiore coinvolgimento dei territori nei percorsi di riorganizzazione.
I sindaci della Valnerina si lamentano poi di non essere neppure rappresentati nel Cal (consiglio delle autonomie locali), quindi a maggior ragione decisioni sul riequilibrio territoriale non possono essere delegate. Insomma la questione del riordino territoriale e' diventata una matassa ingarbugliata, con i tempi strettissimi per salvare la seconda Provincia dell'Umbria. Trovare il bandolo sembra un'impresa disperata. Pezzi di territorio non ci stanno a essere spostati come sacchi di patate da una parte all'altra della regione. E lo stanno dicendo chiaramente.  E' una questione di identità, di cultura, di storia, di usanze, di affinità. Non ci si può svegliare una mattina e dire voi passate di la', bisogna cambiare i confini. Per quale motivo? Per quale interesse? Per quale necessita'? Solo per mantenere un assetto, per conservare delle poltrone. Sarebbe ora di finirla con questa politica vecchia e stantia. Il mondo e' cambiato, il sistema non regge più, bisognerebbe andare oltre le province. E anche oltre le regioni.  Cerchiamo di capirlo e di sfruttarne le opportunità invece di litigare per un piatto di lenticchie. 

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