Economia a due velocità in Umbria nel 2011. Secondo il rapporto annuale di Bankitalia il settore ha
ristagnato ed e' stata 'un'annata dal doppio volto, le aziende più innovative
(una minoranza) che sono cresciute e le altre che sono rimaste al palo. E per il 2012 le cose non andranno
sicuramente meglio. Anzi c'è molto pessimismo.
Se si prendono in esame i livelli pre-crisi, l'Umbria risulta al di sotto di 5 punti di Pil. Sono le stime preliminari di Prometeia, ad indicare un aumento del Pil regionale dello 0,3 per cento. "Vanno meglio le imprese piu' dinamiche sulla scena internazionale - e' stato riferito - nel 2011 l'export umbro e' cresciuto del 14 per cento, trainato dall'alimentare, dal tessile, dalla meccanica".
Un pessimismo diffuso sull'andamento degli affari nel
2012 e' stato registrato nelle indagini di Bankitalia dalle aziende
medio-piccole. Il credito bancario, che nei primi tre trimestri dell'anno 2011
era cresciuto piu' che nel resto d'Italia, ha rallentato bruscamente nel quarto
trimestre, come e' successo per i mutui.
Nel mercato del
lavoro invece si e' accentuato il divario tra le diverse fasce di eta' nella
popolazione: alla sostanziale stabilita' occupazionale complessiva c'e' una riduzione di occupati nella fascia 15-34 anni
anche se il tasso di disoccupazione e' rimasto stabile al 6,6 per cento.
Insomma quando le cose vanno male per gli altri in Umbria
vanno peggio, ma il recupero non segue il trend internazionale. Non c'e proprio
da consolarsi, pare che nella nostra regione si fatichi a reagire, o meglio la
reazione a una crisi così profonda e' affidata all'inventiva di ogni singola
azienda, di ogni singolo imprenditore. Manca una regia, una rete che metta a
sistema le componenti della società regionale, parte pubblica e privata, per
remare nella stessa direzione nella speranza di uscire presto dal tunnel.
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