lunedì 1 ottobre 2012

Prima pensate, poi parlate

Editoriale Radio Enda Libera del 28 giugno 2012

Due casi di parole in libertà, di frasi sconsiderate. Che se dette da un cittadino qualisiasi sarebbero ininfluenti, ma pronunciate da personaggi politici con incarichi pubblici assumono un significato diverso. Il primo caso riguarda il ministro Fornero che in un'intervista al Wall Street Journal ha affermato che "il lavoro non è un diritto".
Una stupidaggine bella e buona, basta andarsi a leggere la Costituzione.  Ovviamente si e' scatenata la bufera con attacchi durissimi contro il ministro costretta a rettificare proprio il giorno in cui il parlamento ha dato il via libera definitivo alla riforma del mercato del lavoro.
Il secondo caso vede al centro della polemica l'onorevole Cicchitto, presidente del Pdl alla Camera, il quale avrebbe testualmente detto che se il governo intendeva costringere i deputati a stare in aula fino ad agosto si sarebbe dovuto trovare un'altra maggioranza.
Parole senza senso, irrispettose e indecenti.
Quelle della Fornero perché offendono chi il lavoro non ce l'ha e lo vorrebbe, chi ce l'ha e con i tempi che corrono se lo tiene stretto e chi si e' sacrificato per sancire nella carta costituzionale i diritti fondamentali dell'uomo, tra cui appunto il diritto al lavoro.
Parole vergognose quelle di Cicchitto. Perché umiliano chi in ferie non ci può andare, mortificano chi il pane se lo suda dalla mattina alla sera. Naturalmente le reazioni sono state pesantissime, di indignazione. A parlare in questo modo e' proprio un esponente della casta, della classe politica che guadagna tantissimo e produce pochissimo, che non si rende conto dei sacrifici che la gente comune fa tutti i giorni, che vive fuori dal mondo e dalla realtà.
A tutti e due qualche consiglio: di pensare prima di parlare, di contare fino a un miliardo prima di aprire la bocca, per evitare di dire sciocchezze grandi come una casa. In un paese serio questi personaggi sarebbero andati a casa. O meglio in vacanza ma a tempo indeterminato.

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