Una svolta per l'omicidio dell'ex orafo e della madre
avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 aprile in una villetta a Cenerente, alla
periferia di Perugia. In manette sono finiti tre albanesi, fermati a Tirana e
a Roma. Secondo gli
investigatori il duplice delitto avvenne durante un tentativo di rapina legato
probabilmente all' attività di ex orafo dell'uomo.
Dalle autopsie è emerso che entrambi sono stati
immobilizzati e costretti a subire violenze fisiche tanto cruente da provocarne
la morte. Due arresti sono stati eseguiti in Albania e uno nella
capitale, tutti e tre giovani tra i 24 e i 28 anni.
Le indagini, condotte nel riserbo più assoluto dalla
squadra mobile si sono presentate fin da subito particolarmente complesse, sia
per l'assenza di testimonianze dirette, sia per le cautele adottate dai
malviventi, che sono apparse come persone esperte nella realizzazione di furti
e rapine in abitazione, una vera e propria una "banda organizzata"
dedita alla commissione di delitti di tale specie. Comunque se le prove saranno decisive per inchiodare i
tre albanesi alle loro responsabilità vuol dire che in meno di tre mesi il caso
e' stato chiuso, con uno stile investigativo corretto e soprattutto senza
prestare il fianco a fughe di notizie o informazioni incontrollate.
Ma l'aspetto più inquietante, purtroppo, e' avere la
certezza, gli inquirenti ce l'hanno, che in giro per l'Umbria circolano
delinquenti spietati che pur di racimolare qualche soldo non hanno scrupoli a
uccidere, a massacrare le persone nelle loro case, violandone intimità e
spezzando esistenze. Ecco, di fronte a queste sensazioni, bruttissime, la gente
si sente più debole, più fragile, più indifesa. E chiede soltanto sicurezza.
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