L'Italia si e' inchinata alla superiorità della Spagna. Il sogno è svanito, la festa non c'e stata e le bandiere tricolori sono state ammainate. E' finito cosi l'Europeo 2012. I nostri sono stati letteralmente dominati, non sono mai entrati in partita, erano spompati e deconcentrati. Una delusione, una brutta figura e l'umiliazione di 4 gol.
Dopo la Germania c'eravamo un po' illusi, questo sì, perché
i tedeschi erano sembrati, fino a quel momento, i migliori di tutti e noi li
avevamo letteralmente messi sotto. Invece le furie rosse spagnole ci hanno riportato con i
piedi per terra. Una consolazione, il fatto che la Nazionale ha saputo
ottenere, passando da ex grande ma mediocre all'inizio di questo torneo che ha
rischiato di essere eliminata a finalista e quindi a conquistare il secondo
posto.
Ma la lezione che ci ha impartito la Spagna è che, sì, la
forza del gruppo conta e questo lo abbiamo visto anche per l'Italia ma per
essere forti, per essere i migliori, c'e' bisogno di altro.
C'e' bisogno di lavoro, di sacrificio sempre, non a
intermittenza, a prescindere come accade da noi dell'exploit e
dell'orgoglio del singolo anche se ci regala emozioni e brividi. Insomma e' una
questione di schemi e soprattutto di mentalità. E il nostro calcio questa
mentalità, questa visione lungimirante non ce l'ha, anzi ha proprio la visione
corta. In piu ci aggiungiamo gli
scandali, le partite truccate e le scommesse milionarie. E l'illusione,
il sogno e' veramente svanito. Da oggi l'Italia torna a pensare alle cose più
serie.
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