lunedì 1 ottobre 2012

Il calcio e la mentalità vincente

Editoriale Radio Onda Libera del 2 luglio 2012

L'Italia si e' inchinata alla superiorità della Spagna. Il sogno è svanito, la festa non c'e stata e le bandiere tricolori sono state ammainate. E' finito cosi l'Europeo 2012. I nostri sono stati letteralmente dominati, non sono mai entrati in partita, erano spompati e deconcentrati. Una delusione, una brutta figura e l'umiliazione di 4 gol.

Dopo la Germania c'eravamo un po' illusi, questo sì, perché i tedeschi erano sembrati, fino a quel momento, i migliori di tutti e noi li avevamo letteralmente messi sotto. Invece le furie rosse spagnole ci hanno riportato con i piedi per terra. Una consolazione, il fatto che la Nazionale ha saputo ottenere, passando da ex grande ma mediocre all'inizio di questo torneo che ha rischiato di essere eliminata a finalista e quindi a conquistare il secondo posto.
Ma la lezione che ci ha impartito la Spagna è che, sì, la forza del gruppo conta e questo lo abbiamo visto anche per l'Italia ma per essere forti, per essere i migliori, c'e' bisogno di altro. 
C'e' bisogno di lavoro, di sacrificio sempre, non a intermittenza, a prescindere  come accade da noi dell'exploit e dell'orgoglio del singolo anche se ci regala emozioni e brividi. Insomma e' una questione di schemi e soprattutto di mentalità. E il nostro calcio questa mentalità, questa visione lungimirante non ce l'ha, anzi ha proprio la visione corta. In piu ci aggiungiamo gli  scandali, le partite truccate e le scommesse milionarie. E l'illusione, il sogno e' veramente svanito. Da oggi l'Italia torna a pensare alle cose più serie.

 

Nessun commento:

Posta un commento