lunedì 1 ottobre 2012

Cambiare sì, ma non con la violenza

Editoriale Radio Onda Libera del 14 giugno 2012

Ieri sono stati effettuati una decina di arresti in tutt'italia per terrorismo. E' stata la risposta dello Stato all'aggressione anarchica. Gli arresti sono relativi alle indagini per gli attentati del 2009 alla Bocconi, al Cie di Gradisca d'Isonzo (Gorizia); al direttore generale di Equitalia a Roma, la Deutsche Bank di Francoforte e l'Ambasciata greca di Parigi nel 2011.

Si sta indagando anche sull'attentato al dirigente dell'ansaldo Adinolfi perché farebbe pensare alla stessa componente ideologica.
Raggiunti dal provvedimento anche due anarchici detenuti in Svizzera e Germania che, con i complici liberi in Italia, avevano progettato le campagne terroristiche dettandone tempi, obiettivi, documenti e sigle di rivendicazione.
Fin qui la notizia di cronaca peraltro già abbondantemente diffusa per televisione. Ora qualche considerazione. Il fatto che il terrorismo sia così efficientemente organizzato spaventa un po' perché dimostra che nella società c'e una grande tensione, un grande disagio. E se giovani pensano di ricorrere alla lotta, a imbracciare le armi, per ottenere un minimo di giustizia socia e allora vuol dire che la situazione non regge più. 
Le cose che non funzionano vanno cambiate, ci mancherebbe altro, ma senza mai ricorrere alla violenza, ogni battaglia va fatta rispettando le regole democratiche. Il terrorismo di ogni colore ci riporta a una stagione brutta, quando ogni giorno gruppi di delinquenti pensavano di risolvere i problemi giustiziando uomini che rappresentavano simboli e ingiustizie. Una stagione assurda di morti. Speriamo che non ritorni più.

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