Ieri sono stati effettuati una decina di
arresti in tutt'italia per terrorismo. E' stata la risposta dello Stato all'aggressione
anarchica. Gli arresti sono relativi alle indagini per gli attentati
del 2009 alla Bocconi, al Cie di Gradisca d'Isonzo (Gorizia); al direttore
generale di Equitalia a Roma, la Deutsche Bank di Francoforte e l'Ambasciata
greca di Parigi nel 2011.
Si sta indagando anche sull'attentato al dirigente
dell'ansaldo Adinolfi perché farebbe pensare alla stessa componente ideologica.
Raggiunti dal
provvedimento anche due anarchici detenuti in Svizzera e Germania che, con i
complici liberi in Italia, avevano progettato le campagne terroristiche
dettandone tempi, obiettivi, documenti e sigle di rivendicazione.
Fin qui la notizia di cronaca peraltro già
abbondantemente diffusa per televisione. Ora qualche considerazione. Il fatto
che il terrorismo sia così efficientemente organizzato spaventa un po' perché
dimostra che nella società c'e una grande tensione, un grande disagio. E se
giovani pensano di ricorrere alla lotta, a imbracciare le armi, per ottenere un
minimo di giustizia socia e allora vuol dire che la situazione non regge più.
Le cose che non funzionano vanno cambiate, ci mancherebbe
altro, ma senza mai ricorrere alla violenza, ogni battaglia va fatta
rispettando le regole democratiche. Il terrorismo di ogni colore ci riporta a
una stagione brutta, quando ogni giorno gruppi di delinquenti pensavano di
risolvere i problemi giustiziando uomini che rappresentavano simboli e
ingiustizie. Una stagione assurda di morti. Speriamo che non ritorni più.
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