domenica 18 dicembre 2016

Un governo di galleggiamento

Editoriale Radio Onda Libera del 13 dicembre 2016

Qualche ritocchino, una sostituzione, qualche promozione  e qualche scambio di delega. Poi il governo è nato. E' cambiato il premier, Gentiloni al posto di Renzi. Per il resto tutto uguale. Vediamo le minuscole novità. Unica ministra silurata è la Giannini, colpevole di una riforma chiamata "buona scuola" ma che in realtà si è rivelata pessima. Al suo posto la vicepresidente del senato Valeria Fedeli.Poi Alfano dagli Interni passa agli Esteri, la Boschi lascia le riforme alla Finocchiaro e diventa sottosegretaria, Lotti si occuperà di sport. Poi il resto dei ministeri restano più o meno allo stesso posto.
Il primo dato politico è che si tratta di un governo fotocopia di quello diretto da Renzi. E questo forse la gente comune non lo capirà tanto perché il ragionamento è il seguente. Una settimana fa abbiamo detto un no gigantesco a Renzi e ai suoi e oggi ci ritroviamo un governo con i suoi e solo senza Renzi. Dove sta la discontinuità? Sembra tanto una presa in giro.
In realtà questo governo è a tempo, anche se non si può dire perché non possono nascere esecutivi a scadenza. E' a tempo per fare una legge elettorale omogenea per le due camere e poi andare al voto. Per qualcuno si parla di sei mesi, ma i nostri parlamentari non amano andare a casa e perdere indennità e benefici e quindi, presumibilmente, si tirerà a campare fino al compimento della legislatura e cioè primavera del 2018. Un altro anno e passa di galleggiamento.
Eppure avevamo bisogno di un governo leggero ed efficiente, capace di affrontare le priorità come le banche e l'immigrazione, tanto per citarne due al volo, ma soprattutto la crisi economica che non demorde e le sfide internazionali, dopo la Brexit e l'elezione di Trump.
Il secondo dato politico è il non essersi appoggiato a Verdini e alla sua Ala. Ma questo farà stare sicuro Gentiloni a proposito dei numeri soprattutto al Senato? Staremo a vedere. Di sicuro quello che emerge con evidenza è un governo di marca Renzi che nel frattempo si dedicherà anima e corpo al partito, cercando di riparare al danno di aver ignorato i territori e preparare il congresso per la riconferma alla guida del Pd.
Insomma la sensazione è che ci attende un'altra fase di precarietà, di tirare a campare, un'altra prova di attaccamento alle poltrone. Peccato. Per noi.

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