sabato 10 dicembre 2016

Lavoratori in nero, un "esercito"

Editoriale Radio Onda Libera del 21 novembre 2016

Il lavoro nero sottrae al fisco, alle casse dello Stato, qualcosa come 37 miliardi di euro all'anno, il valore di una Finanziaria e mezzo. Sono oltre 3 milioni, secondo stime della Cgia di Mestre su dati 2014, i lavoratori in nero presenti in Italia che "producono" 77,2 miliardi di euro di Pil irregolare all'anno (pari al 4,8% del Pil). Una piaga sociale ed economica che vede coinvolti milioni e milioni di persone: lavoratori dipendenti che fanno il secondo lavoro; cassaintegrati o pensionati che arrotondano le loro magre entrate o disoccupati che in attesa di rientrare ufficialmente nel mercato del lavoro sbarcano il lunario grazie ai proventi di una attività irregolare.
Secondo le stime elaborate dall'Ufficio studi della Cgia, la Regione più "colpita" è la Calabria: l'incidenza del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil è pari all'8,7%. Seguono la Campania (8,4), la Sicilia (7,8), la Puglia (6,7) e l'Abruzzo (6). Le realtà meno investite da questo fenomeno, invece, sono il Trentino Alto Adige (3,6), la Valle d'Aosta (3,4) e il Veneto (3,3).
Secondo i dati del ministero dell'Economia si stima che le imposte evase in Italia ammontino complessivamente a 108,7 miliardi, di cui 98,3 di mancate entrate tributarie e altri 10,4 di contributi previdenziali non versati. Nei 108,7 miliardi sono inclusi anche i 37 miliardi che sono riconducibili al lavoro nero. "Con la crisi - spiegano dall'Ufficio studi della Cgia - l'economia da lavoro irregolare ha subito una forte impennata. Tra il 2011 e il 2014 il valore aggiunto generato da questo settore è salito dell'8,5 per cento".
Cosa commentare? Di fronte a questi numeri, che sono impietosi come tutti i numeri, ci sarebbe da prevedere una rivoluzione epocale, un ribaltamento strutturale a cominciare dai controlli e dalle sanzioni. E sì perché si possono fare tutte le statistiche del mondo ma un problema come il lavoro nero non si risolve con i numeri e le percentuali. Che poi il fenomeno sia di ampia portata chi governa lo sa benissimo perché quando si studiano le leggi di stabilità sono sotto gli occhi di tutti le sacche di sprechi. Quello che manca è purtroppo una strategia per impedire che il lavoro nero prosperi, che ci siano disparità di trattamento tra chi paga le tasse e chi no, che il nostro sistema economico continui a essere così debole e vulnerabile perché non si fanno riforme serie.

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