sabato 10 dicembre 2016

L'America nelle mani di Trump

Editoriale Radio Onda Libera del 9 novembre 2016

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti. La proclamazione ufficiale pochi minuti fa. Questo voto è di una portata storica, paragonabile, se non superiore, al voto sulla Brexit, l'uscita dall'Unione europea della Gran Bretagna. Qualche osservatore ha paragonato l'elezione del repubblicano Trump a un altro evento storico, che ha segnato la storia recente, e cioè la caduta del muro di Berlino il 9 novembre del 1989.
Ci sono tante considerazioni da fare sulla vittoria di Trump. La prima evidente che l'America ha voluto cambiare verso, scegliendo il candidato nuovo, politicamente parlando, e non fidandosi fino in fondo della Clinton da anni sulla scena politica, prima come first lady del marito Bill, poi come sfidante di Obama e poi come segretaria di Stato.
La seconda è che i sondaggi, per l'ennesima volta, hanno fatto flop; come per la Brexit andammo a letto con un no all'uscita dall'Europa e ci siamo svegliati con un clamoroso si. La terza è che la lettura di questo voto, e soprattutto la vittoria di Trump, è la testimonianza che il sentire, la volontà del popolo, della gente comune, è distante un abisso dalla politica, dall'establishment.
Evidentemente gli americani con questo voto sono più coraggiosi di quanto pensavamo: come ieri hanno scelto Obama, giovane e primo presidente di colore, oggi hanno scelto un uomo nuovo, sicuramente originale, di destra e dai toni per nulla moderati. Non dimentichiamo poi che tipo di campagna elettorale è stata, piena di veleni e di accuse, che ha sfiorato il becero, da una parte e dall'altra.
Le riflessioni da fare su questo voto sarebbero ancora molte ma la preoccupazione più forte deve essere quella delle ripercussioni in Europa e nel mondo, da tutti i punti di vista, da quello economico a quello politico. Perché Trump alla Casa bianca di sicuro rappresenta un cambiamento epocale che determinerà un nuovo equilibrio dei rapporti di forza tra i Paesi.

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