sabato 10 dicembre 2016

Gesenu di nuovo nella bufera

Editoriale Radio Onda Libera del 30 novembre 2016

Si chiama "Spazzatura d'oro connection" l'operazione che dall'alba stanno compiendo gli uomini della forestale e della guardia di finanza sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia. Un'operazione clamorosa che è l'esito di una lunga indagine con reati pesantissimi come associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, truffa, frode nel commercio e in pubbliche forniture, inquinamento ambientale, gestione illecita di rifiuti e violazione delle prescrizioni ambientali. Ci sono arresti, pare il vertice della Gesenu, quattordici indagati, e il sequestro dell'impianto di rifiuti, il bioreattore,di Borgoglione, che si aggiunge al sequestro di Pietramelina.L’operazione, secondo le prime indiscrezioni, ha portato alla luce una imponente truffa milionaria, ai danni di 24 Comuni ed enti pubblici dell’Umbria e di centinaia di migliaia di cittadini. Ovvero tutti quelli che hanno pagato le bollette per prestazioni e servizi falsamente forniti. Proprio in queste ore la finanza sta sequestrando milioni di euro nelle varie banche che lavorano con la Gesenu.
Fin qui la notizia di cronaca che ovviamente sarà arricchita nelle prossime ore di particolari e dettagli. Cosa commentare? Che la vita della Gesenu da qualche tempo è caratterizzata da autentici terremoti: prima le interdittive antimafia, provvedimenti mai visti in questa regione, poi il cambio societario, l'uscita del socio privato, il sequestro di una delle discariche, la ricomposizione della gestione e ora un'altra tegola, gravissima. Perché parliamo di fatti che se confermati delineano un quadro di pessima gestione della società che gestisce i rifiuti in gran parte della regione. E se ciò accade sotto gli occhi di tutti e se le istituzioni non si accorgono di quanto succede vuol dire che qualcosa non funziona, ovviamente senza toccare l'aspetto giudiziario della vicenda.
Speriamo che questa volta, a differenza del passato, ci sia un'assunzione di responsabilità politica, preceduta da una riflessione seria su quanto ci dice l'inchiesta. Perché si tratta di gestione di servizi pubblici, di soldi pubblici, e non certo di cavolate.

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