giovedì 8 dicembre 2016

Il buco e i veleni di Terni
fanno tremare la Regione

Il punto del direttore del 16 ottobre 2016

La vicenda politica ternana sembra una telenovela, tipo Anche i ricchi piangono o Un posto al sole o Dallas. Ogni giorno un colpo di scena, una novità che aggiunge suspence per non dire altro. Con il Pd protagonista assoluto e indisturbato, capace di farsi del male oltre l'immaginabile, e qualche comparsa che si presta a giochini di bassa lega.
Tre i fatti che hanno caratterizzato questa settimana che si può definire di passione anche se non siamo sotto Pasqua.
Il primo, la cifra del disavanzo. Finalmente gli uffici sono riusciti a fare i conti e il pallottoliere si è fermato a quota undici. Undici i milioni che mancano nelle casse di Palazzo Spada (e speriamo che siano solo questi).
Il secondo, le dimissioni dell'assessore Cristhia Falchetti Ballerani. La giunta ha perso un altro pezzo, dopo il rimpasto del 2 ottobre quando il sindaco Leopoldo Di Girolamo dopo una decina di mesi di traccheggiamenti aveva tagliato i quattro assessori tecnici con la scusa del risparmio. E con la dipartita dell'avvocatessa l'esecutivo è monco, non ha il numero legale per agire, per governare la città.
Il terzo, le dimissioni del sindaco da presidente della Provincia. Un atto giustificato con la motivazione che la guida di Terni richiede impegno quindi una poltrona andava mollata. E così è stato. Certo, magari se il sindaco ci avesse pensato prima forse qualche casino sarebbe stato evitato. Ora, dopo aver citato gli eventi, va data una lettura delle ennesime tribolazioni che avvengono nella città dell'acciaio e inquadrate in una cornice più ampia, regionale per l'appunto. Fa specie che il Pd regionale continui a interessarsi poco delle vicende ternane, quasi come se la tenuta di Palazzo Spada non lo riguardasse. Anzi, questo pezzo del Pd si diletta e distrae con argomenti ameni e di un certo livello come la bellezza e il paesaggio. Boh, sembra tutto così incredibile. Quello che sta succedendo a Terni ha dell'inverosimile, una giunta in frantumi, un buco di bilancio spaventoso e chi era stato incaricato di metterci le pezze è riuscito nell'impresa di far precipitare la situazione. Al punto che nella giornata di ieri si è tenuto un vertice al fulmicotone tra le varie anime del partito, addirittura si sono mossi i leader del Palazzo umbro, assente giustificato il segretario regionale Leonelli, con il risultato che le cose sono rimaste uguali a prima. Un altro buco nell'acqua ma questa volta con la consapevolezza e anche il terrore che si rischia come Gagarin, che viene giù tutto Palazzo Spada, con lo spettro del commissariamento. E forse la crisi potrebbe straripare come un fiume in piena. Anche in questo caso, come per altre avvisaglie, sarebbe il caso di augurarsi che chi ha più buon senso lo usi. Ma non è facile riappacificare i contrasti, sanare le divisioni profonde frutto di quel correntismo esasperato che il povero Leonelli combatte a parole. Di certo chi aveva il dovere, e il riferimento è ai vertici della Regione con il sindaco, di non trasformare un problema economico in problema politico ha ottenuto l'effetto contrario. La questione è sì economica perché parliamo del bilancio del Comune e su questo speriamo che prima o poi le responsabilità verranno accertate, ma anche e soprattutto politica. E il tentativo di trovare un accordo in extremis ne è la conferma. Forse bisognava pensarci prima, prima che si arrivasse a questo punto, ma più di qualcuno ha pensato che il patto siglato di recente pensando al futuro durasse, però sono stati fatti i conti senza l'oste. Il risultato di questo vertice nel corso del quale non sono mancati neppure simpatici siparietti? Zero assoluto, altro che passi avanti come qualcuno si è illuso. Situazione ancora più imbarazzante con il sindaco che nel giro di poco è costretto a nominare la sostituta di Ballerani. Ma per andare dove? Se si va avanti così il pericolo è di andare a sbattere ancora di più e a rimetterci saranno sempre e soltanto i ternani. Purtroppo.

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