martedì 6 dicembre 2016

Trovato l'accordo sulle pensioni

Editoriale Radio Onda Libera del 29 settembre 2016

Governo e sindacati hanno firmato l'accordo sulle pensioni. E vediamo subito le novità. Innanzi tutto i soldi: ci sono sul tavolo 6 miliardi in tre anni. Poi gli aumenti: 40 euro al mese, circa 500 euro all'anno per un milione e duecentomila pensionati in più rispetto agli attuali 2,1.
La somma è facile, quindi il totale della platea dei beneficiari sale a 3,3 milioni di pensionati che percepiscono un assegno minimo. L'aumento toccherà la pensione oppure la quattordicesima. Di certo raggiungerà un numero vasto di persone anziane che faticano ad arrivare a fine mese.
Oltre all'intervento sulle quattordicesime, l'accordo prevede misure sull'anticipo pensionistico (Ape) per andare in pensione prima del termine stabilito. I lavoratori di età pari o superiore a 63 anni, e che maturano entro 3 anni e 7 mesi il diritto alla pensione di vecchiaia d'importo non inferiore a un certo limite, potranno accedere su base volontaria all'Ape. In pratica un prestito che sarà ammortizzato con rate ventennali sulla pensione; per alcune categorie l'antico sarà totalmente a carico dello Stato.
Poi sono state previste corsie preferenziali per lavoratori precoci, che hanno iniziato presto a lavorare, e per chi svolge lavori usuranti. Ricongiunzioni gratuite per chi ha versato in gestioni diverse
L'accordo prevede la possibilità di cumulare tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, inclusi i periodi di riscatto della laurea, ai fini sia delle pensioni di vecchiaia sia di quelle anticipate.
Il fronte sindacale si spacca sulla valutazione dell'accordo. Positivo il giudizio della Cisl che parla di "un'intesa importante che ridà ai nostri pensionati la dignità che per troppo tempo è stata loro negata". La numero uno della Cgil, Susanna Camusso, sottolinea che "si è fatto un buon lavoro, ma non è ancora concluso". Critica la Uil secondo cui "i sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma".
Il nostro pensiero? Semplice e sintetico. C'è un modo per trovare altre risorse e far stare veramente meglio chi sta peggio, cioè i pensionati che prendono una miseria, e per garantire le pensioni a chi ha lavorato una vita. Quale? Quello di tagliare le pensioni d'oro a quelli che percepiscono migliaia e migliaia di euro al mese, quelli che percepiscono lauti vitalizi senza aver pagato neppure i contributi. Risparmiando e tagliando vedremo quanti milioni usciranno fuori. Ma per fare questo ci vuole coraggio, molto coraggio.

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