martedì 6 dicembre 2016

Che lo spirito di Assisi non si fermi

Il punto del direttore del 21 settembre 2016

Assisi è di nuovo nella storia grazie alla giornata mondiale della preghiera che si è svolta martedì 20 settembre nel ricordo di quell’intuizione geniale di trent’anni fa di Papa Giovanni Paolo II. Il significato di quest’evento, come quello di allora, è profondo e il bisogno di pace è, purtroppo, più attuale che mai.
È vero che il mondo è totalmente diverso e diventa un esercizio inutile provare a fare raffronti, ma una verità è indiscutibile, e cioè che le guerre di oggi, compreso il terrorismo, si aggiungono a quelle di ieri. Ed è toccante quando durante la preghiera ecumenica dei cristiani una voce cita uno per uno i Paesi dilaniati dai conflitti. Ventisette in tutto, una litania che mette i brividi e il pensiero va all’orrore per l'umanità intera. Per ognuno di questi Paesi è stata accesa una candela, come una luce di speranza. Un gesto simbolico che ha impressionato e che vorrebbe trasformarsi in un basta alla violenza, alla strage di innocenti. Perché la guerra non è lontana da noi, è vicinissima, come ha ricordato Papa Francesco, che non ha lesinato come è suo solito frasi forti, di quelle che arrivano dirette al cuore. Come quando ha parlato del “silenzio assordante dell’indifferenza” e della “vergogna” che dovremmo provare tutti se non ascoltiamo il “grido di dolore di chi soffre”.
Vedere le due foto, quella di ieri e quella del 27 ottobre del 1986, fa un certo effetto e obbliga a riflettere. Nonostante siano passati tre decenni il mondo è cambiato tanto perché è diventato globalizzato ma è cambiato anche poco perché la forza della preghiera non ha, purtroppo, prodotto e non produce i risultati sperati. Le armi in quei 27 Paesi continuano a uccidere i nostri fratelli, le vittime sono uomini e donne, bambini e anziani, ma le vittime sono anche quelle che scappano e a cui noi non tendiamo la mano e anzi ci giriamo dall’altra parte.
Papa Francesco ha anche detto che l’evento di ieri non era un modo per fare spettacolo ma semplicemente per ritrovarsi insieme nella preghiera. Parole sante, condivisibili, culminate nel gigantesco appello per la pace che ha concluso questa giornata speciale. Ma lo spirito di Assisi continuerà a soffiare? La fede accomuna e sorregge e soprattutto regala una speranza. La speranza di un mondo migliore, di un mondo senza guerre e senza miseria, senza odio e combattimenti.
Il messaggio prorompente che arriva dalla città del Poverello è che la pace si costruisce tutti i giorni e tutti insieme, da qui la forza di tutte le religioni del mondo. Quando gli uomini e le donne capiranno questo e soprattutto si adopereranno vuol dire che lo spirito di Assisi è diventato un impegno vero, vuol dire che la nuova alleanza è stata siglata e avrà le gambe per camminare.
Altrimenti la fotografia dei leader religiosi del mondo inginocchiati davanti al sagrato della basilica, in una condivisione di dialogo e speranza, resterà soltanto un’immagine da archiviare. Perché la pace non si fa con le parole, ma con i fatti.

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