giovedì 8 dicembre 2016

Come è cambiata la povertà

Editoriale Radio Onda Libera del 18 ottobre 2016

Merita di essere analizzato il Rapporto della Caritas sulla povertà 2016. Il primo dato che balza agli occhi e che sono soprattutto gli stranieri a chiedere aiuto ai Centri di ascolto della Caritas, ma per la prima volta, nel 2015, al Sud la percentuale degli italiani ha superato di gran lunga quella degli immigrati. Se a livello nazionale il peso degli stranieri continua a essere maggioritario (57,2%), nel Mezzogiorno gli italiani hanno fatto il "sorpasso" e sono al 66,6%. I centri Caritas sono 1.649, dislocati su 173 diocesi.
Rispetto al genere, il 2015 segna un importante cambio di tendenza; per la prima volta risulta esserci una sostanziale parità di presenze tra uomini (49,9%) e donne (50,1%), a fronte di una lunga e consolidata prevalenza del genere femminile. L'età media delle persone che si sono rivolte ai Centri Caritas è 44 anni. Un'età che spaventa più degli altri dati che sono stati finora forniti e di quelli relativi al titolo di studio delle persone colpite, pi svantaggiati coloro che hanno la licenza media inferiore. Comunque i disoccupati e inoccupati insieme rappresentano il 60,8% del totale.
I bisogni più frequenti che hanno spinto a chiedere aiuto sono perlopiù di ordine materiale: spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e di disagio occupazionale (57,2%), ma non sono trascurabili anche i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%). E sono frequenti le situazioni in cui si cumulano due o più ambiti problematici.
Il rapporto svela che il vecchio modello italiano di povertà, che vedeva gli anziani più indigenti, non è più valido: oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all'età, cioè diminuisce all'aumentare di quest'ultima, grazie alla persistente crisi del lavoro che ha penalizzato s penalizza alcune fasce, i giovani e gli adulti che perdono il lavoro.
Di fronte a tutto questo cosa dire? Che la crisi economica lungo dall'essere passata è più presente che mai, sta continuando a mordere i suoi morsi e a impoverire i cittadini italiani. Altro che ripresa, altro che crescita, da questo rapporto emerge che il Paese non sta meglio di prima, forse sta peggio. E le fasce più colpite sono, oltre gli anziani che con le pensioni che percepiscono non riescono ad andare avanti, i giovani che non trovano lavoro e gli adulti che lo perdono, sprofondando nell abisso della povertà.

Nessun commento:

Posta un commento