Editoriale Radio Onda Libera del 12 ottobre 2016
La scissione dentro il Pd non sta né in cielo né in terra. La spaccatura invece sì ed è anche profonda, forse insanabile. Su come conviveranno in un futuro prossimo le due anime sarà un mistero e anche una bella scommessa. Questo l'aggiornamento della situazione, con battute come quella di Bersani, l'ex segretario, che ha detto testualmente che lui non se ne andrà e che per cacciarlo bisogna schierare l'esercito.Ma andiamo per ordine, al volo. La minoranza del partito chiedeva a Renzi di modificare la legge elettorale, Renzi ha detto che se ne parla dopo il 4 dicembre, il giorno del referendum sulla riforma costituzionale. La minoranza non ci sta e ha annunciato che voterà no. Sul sì Renzi ci ha messo la faccia: la vittoria del referendum lo rafforzerebbe e non poco, la sconfitta invece aprirebbe altri scenari, compreso un nuovo governo e forse le elezioni anticipate.
Certo, le carte dentro il partito continuerebbe a darle ancora Renzi visto che è anche segretario del Pd e alla fine deciderà lui chi candidare e chi non candidare.
Intanto il fronte del no e' sempre più in movimento, D'Alema si appresta a presentare oggi un disegno di legge costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari e la loro elezione a suffragio universale e diretto. Al lancio della proposta parteciperà un fronte trasversale di parlamentari, nel corso di un incontro pubblico sulle ragioni del No al referendum e sulle proposte alternative per il dopo. L'iniziativa, promossa dalle fondazioni Italianieuropei e Magna Carta, sarà aperta dai rispettivi presidenti, D'Alema e Gaetano Quagliariello, e vedrà la partecipazione di costituzionalisti ed esponenti politici.
Insomma l'atmosfera si sta facendo incandescente, basta vedere la caciara che fanno nei talk show, e nelle prossime settimane sarà sempre peggio.
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