sabato 10 dicembre 2016

Nelle mani degli indecisi

Editoriale Radio Onda Libera del 28 novembre 2016

A sette giorni dal referendum, la politica è concentrata solo sul sì e sul no. Con una gara a fare a pronostici e a ipotizzare scenari in caso di vittoria o sconfitta.
Le ultime novità riguardano le uscite dei leader. Partiamo da Renzi che ripete chiaro e tondo che se perderà il sì il governo sarà a rischio e sarà immaginabile un governo tecnico. e ribadisce che lui non ci sta agli inciuci e agli accordi sotto banco e la sua politica non è quella del galleggiamento, di vivacchiare.
Secondo il premier la partita è ancora apertissima, mai visti tanti indecisi.
Ed ecco tornare in pista Berlusconi che nello schierarsi per il no al referendum dà anche un'altra notizia e cioè che sarà sempre lui il capo del centrodestra, confermando di aver scaricato un altro delfino, Parisi. Ha spiegato che dovrà sacrificarsi ancora per senso di responsabilità e ha annunciato anche che in caso di vittoria del no bisognerà sedersi al tavolo con Renzi e le altre forze politiche per fare una riforma costituzionale seria e condivisa. Insomma riappare l'ombra di una Nazzareno 4 punto zero.
Tutto questo è successo ieri. Tra dichiarazioni estemporanee e ospitate nei talk show. In serata l’allarme lanciato dal Financial Times: "Se il prossimo 4 dicembre il premier Matteo Renzi perderà il referendum, fino a 8 banche italiane, quelle con più problemi, rischiano di fallire".
Questo per testimoniare che la posta in palio domenica prossima è alta, molto alta, per il destino dell'Italia. Ma ha ragione Renzi, gli indecisi possono determinare la vittoria di uno schieramento o di un altro. E da parte nostra, anche se per questo tipo di referendum non è determinante il quorum, rivolgiamo un invito ad andare a votare perché disertare le urne è l'atteggiamento peggiore e incoerente.

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