martedì 6 dicembre 2016

Tuti i rischi di "Prima i nostri"

Editoriale Radio Onda Libera del 26 settembre 2016

Il Canton Ticino ha votato contro il lavoro agli stranieri, tra i quali gli italiani. L’iniziativa popolare "Prima i nostri", lanciata dalla destra nazionalista dell’Udc, ha conseguito i 58% dei voti, mentre il 39,7% dei ticinesi ha detto no. Una risposta incredibile anche se chi ha promosso la consultazione e invitato a votare sì è consapevole che il risultato non avrà effetti vincolanti sulle leggi che regolano il mercato del lavoro, che spettano alle autorità centrali.
Del resto, i nome della campagna - #primaInostri - non lasciava spazio a dubbi.; e al referendum per alzare una barriera contro i frontalieri stranieri, in particolare quelli italiani, i ticinesi hanno votato compatti. C'è da dire che l'affluenza si è fermata sotto il 45%, ma il segnale che arriva dal cantone è chiarissimo: quando ci sarà da assegnare un posto di lavoro, i residenti dovranno avere la precedenza sugli altri.
Che dire di questa decisione? A nostro avviso c'è da comprendere il voto dei ticinesi che si sentono insidiati dagli stranieri. Del resto, a parti inverse, se potessero, anche gli italiani voterebbero così e questo c'è, lo diciamo senza ipocrisia. Ma va anche detto che qualora questo voto fosse recepito in provvedimenti legislativi si limiterebbe la circolazione delle persone, sarebbe una decisione anti cittadini degli altri Paesi europei, in particolare anti Italia.  A questo punto l'Unione europea non può fare a meno di intervenire.
Ricordiamo che questo segnale non è il primo che arriva dalla Svizzera, ricordiamo che gli svizzeri hanno votato l'assegnazione di un reddito di cittadinanza a vita per motivi economici e anche perché minerebbe la competitività nel mercato del lavoro; la stessa Svizzera si è schierata contro l'aumento delle pensioni. A caldo verrebbe da dire che bravi gli svizzeri che pensano con lungimiranza al loro Paese, che si sentono cittadini di uno Stato, dall'altro però certe decisioni, come questa sui lavoratori frontalieri, sono pericolose, possono aprire la strada a razzismi, a nazionalismi esasperati.

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