martedì 6 dicembre 2016

Furbetti sempre "in servizio"

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 settembre 2016

Un altro caso di assenteismo, un altro caso di furbetti del cartellino. Qualche numero, allora: 1.114 ore di assenze ingiustificate, a fronte delle 2.538 di servizio previste durante i 137 giorni di durata degli accertamenti. Oppure, detto in altre parole, assenze dal lavoro per il 40 per cento delle ore con punte fino all'85 per cento. E' questo ciò che è emerso dall'indagine "Quo vado" che ha permesso di incastrare 29 dipendenti del Libero consorzio comunale di Siracusa.
Ci siamo occupati più volte di questo argomento e abbiamo constatato che si tratta di un fenomeno diffuso e geograficamente non localizzato perché episodi vergognosi del genere si scoprono al nord come al sud e al centro della penisola.
In questo caso i furbetti sono stati filmati, attraverso microtelecamere installate nelle sedi di servizio nel gennaio 2015, mentre timbravano il cartellino, per poi lasciare il posto di lavoro e dedicarsi alle più svariate attività: shopping, visite mediche, lavori di giardinaggio, commissioni personali e lunghe ore passate in casa. Sedici di loro, invece, non avevano neppure la scocciatura del cartellino, gestendo le entrate e le uscite tramite un registro cartaceo, da loro stessi compilato e custodito, arrivando a lavorare solo il 15 per cento di quanto avrebbero dovuto in un mese. I dipendenti sono stati sospesi dall'attività lavorativa e iscritti nel registro degli indagati della Procura di Siracusa per truffa aggravata e false attestazioni nell'utilizzo del badge.
Questi signori, chiamiamoli così, oltre all'inchiesta penale, subiranno un procedimento disciplinare e incapperanno anche nella legge Madia che prevede il licenziamento oltre la segnalazione alla corte dei conti.
Ora qualche breve riflessione. Allora, il comportamento di questi dipendenti va assolutamente stigmatizzato soprattutto di questi tempi perché si viola una regola elementare, e cioè che a fronte al percepimento dello stipendio si deve lavorare. E se non si lavora e si percepisce lo stipendio si commette un furto. Ma la colpa è soltanto di chi si comporta in questo modo disonesto? O come crediamo noi anche di chi ha il dovere di controllare e non lo fa. E anche di quelle leggi che permettono di rimanere impuniti di fronte a veri e propri reati come questi. Ora speriamo che la legge Madia venga applicata perché di leggi ne abbiamo abbastanza, per non dire troppo; il problema è che non vengono rispettate e chi sbaglia non sempre paga. Comunque siamo fiduciosi e speriamo che la stagione dei furbetti del cartellino sia finita. 

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