domenica 18 dicembre 2016

Groviglio politico e Comuni nel caos

Editoriale Radio Onda Libera del 16 dicembre 2016

Parliamo di politica, con i Comuni nella bufera come Roma, dove è stato arrestato poco fa il direttore del personale Marra per corruzione per fatti accaduti prima del sindaco Raggi, e Milano dove è indagato il sindaco Sala per falso legato all'Expo. E con le vicende nazionali legate al Partito democratico.
Una prima perplessità riguarda se anticipare il congresso del Pd o anticipare le elezioni. A due giorni dall’assemblea nazionale Renzi non ha ancora sciolto i suoi dubbi. E allora dal suo ritiro in famiglia a Pontassieve, l’ex premier rivolge la domanda su Facebook. Un modo per aprire all’esterno un dibattito che nel Pd si va facendo asfissiante e feroce visto che sono riemerse con forza le correnti. E la contrapposizione vede il segretario e Franceschini.
Renzi preferirebbe la via del voto a marzo, con congresso confermato a scadenza naturale nell’autunno 2017. E prima del voto, primarie di coalizione per la premiership.
Secondo questa opzione infatti si andrebbe a votare con una legge che conserva almeno una parte di impianto maggioritario. Renzi per ora non vi rinuncia e spera di chiudere un accordo anche con Silvio Berlusconi su questo (si parla di Mattarellum corretto, 50 per cento maggioritario e 50 per cento proporzionale).
La via del voto a marzo sarebbe inoltre funzionale a evitare anche il referendum sul Jobs Act, ritenuto a rischio da tutta la maggioranza di governo.
L'area Dem di Franceschini invece tifa ‘congresso subito’. Un’assise anticipata da lanciare domenica all’assemblea del Pd, magari con dimissioni tecniche del segretario in modo da rispondere alle obiezioni di chi (la minoranza di Bersani) chiede a Renzi di farsi da parte prima di lanciare il congresso.
Per l’area del ministro per i Beni culturali il congresso comunque dovrebbe svolgersi in maniera ordinata, prima nei circoli e poi primarie aperte (da statuto sono così) a marzo per scegliere il nuovo segretario. C’è chi ipotizza già le date: il 5 marzo o l’11. Per ora però c’è solo un braccio di ferro con l’attuale segretario.
A proposito c'è chi sostiene che le elezioni vanno fatte subito per evitare il referendum sul jobs act perché la legge non prevede il voto nello stesso anno ma c'è un precedente nel 1987 quando a giugno si votò per le politiche e a novembre per il referendum sul nucleare e sulla responsabilità dei giudici. Allora bastò modificare due righe di un articolo della legge. Ma allora c'era oltre a tutti i difetti e i mali anche la politica. Oggi non pare più così.

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