martedì 6 dicembre 2016

Troppe grida di aiuto non ascoltate

Editoriale Radio Onda Libera del 21 settembre 2016

Pace, soltanto la pace e santa, non la guerra. E non esiste un Dio che permette di uccidere nel suo nome. Parliamo ancora della lunga giornata di preghiera con tutti i capi religiosi del mondo che si ritrovati ad Assisi dopo trent'anni quando l'allora papà Wojtyla si inventò l'incontro interreligioso. E fu una grande, straordinaria intuizione. Anche ieri cristiani, musulmani, ebrei, buddisti, induisti e rappresentanti delle altre religioni hanno firmato un appello per la pace nel mondo all'insegna dello spirito di Assisi, vale a dire opponendosi a qualsiasi forma di violenza e ribadendo che la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa.
Ma nel corso della giornata ci sono stati altri momenti toccanti, come quando papa Francesco ha detto che non dobbiamo pensare che la guerra sia lontana, al contrario è vicinissima, ed è ricorso a parole forti, potenti, per condannare chi è indifferente al grido di aiuto dei profughi, anzi quel grido viene spento come se fosse un canale televisivo Un attacco a chi non prova vergogna di fronte alla sofferenza altrui.
Di fronte a queste parole non si può restare insensibili, sono parole forti, che colpiscono come un pugno nello stomaco. Ma qualche domanda è d obbligo.
Di fronte a quello che accade nel mondo, a ben ventisette paesi in guerra, dove le armi uccidono uomini e donne, bambini e anziani, servono questi appelli, questi meeting, queste adunate? Oppure si tratta soltanto di parate di vip e tonache per lanciare le solite dichiarazioni di circostanza?
Ci piace pensare che da Assisi lo spirito continui a soffiare, che la pace diventi realtà, ma va costruita tutti insieme e non invocata solo a parole.

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