sabato 10 dicembre 2016

La paura di essere dimenticati

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 novembre 2016

I sindaci delle zone terremotate si sentono dimenticati. E lo hanno detto chiaramente nell'aula di Montecitorio dove ieri sono stati ricevuti dalla presidente Boldrini. A parlare per primi i sindaci delle zone del sisma del 24 agosto. Quelli del terremoto di ottobre non hanno ancora avuto il tempo di riprendersi nonostante ci si comincia a rendere conto delle condizioni, del grande disagio. Basta pensare alle temperature precipitare, alla pioggia l'altra notte il forte vento ha  spazzato via le tende allestite a Cascia.
I container, nelle zone colpite dal sisma del 24 agosto, non sono ancora arrivati né si sa quando arriveranno dal momento che molte strade sono interrotte. E tutta la rinascita dei borghi colpiti dal terremoto comincia a diventare una nota contraddittoria, in contrasto con i proclami e gli slogan pronunciati dai rappresentanti delle istituzioni quando si sono recati in visita nei paesi ridotti in macerie o quando si sono fatti vedere in lacrime ai funerali delle vittime.
Dalla Camera dei deputati è arrivato un grido di allarme e di preoccupazione, i sindaci si sentono abbandonati, a stretto giro Renzi ha risposto loro dicendo che il governo non lascerà solo nessuno.
Le parole più dure le ha pronunciate il sindaco di Amatrice, Pirozzi. La fascia di sindaco la rimetterò solo quando avrò la certezza che non sarò abbandonato.
Il problema principale è la burocrazia, la lentezza delle procedure. In pratica, dice ancora Pirozzi, "dalle parti mie c'è un problema di viabilità, lo stesso di cui avevo parlato il 14 settembre, e quel problema ce l'ho tuttora perché non si capisce chi deve fare cosa e come lo deve fare". Il sindaco di Amatrice, così come i primi cittadini di altri comuni, vorrebbe che venissero dati "poteri speciali a persone specchiate" per accelerare i tempi.
I sindaci colpiti dal sisma del 24 agosto temono anche di passare in secondo piano dopo il terremoto del 30 ottobre che ha distrutto altri comuni dell'Appennino. Insomma a quanto pare si sta verificando quello che più volte abbiamo detto e scritto e cioè il rischio che le promesse e gli slogan tipo ricostruiremo non si tradurranno in fatti. e la gente continuerà a stare sotto le tende e la ricostruzione purtroppo durerà anni.

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