martedì 6 dicembre 2016

Insieme ad Assisi
per una nuova alleanza

Il punto del direttore del 18 settembre 2016

Trent’anni dopo si ricorda nella tre giorni che  comincia oggi un “fatto senza precedenti” come l’ha definito il cardinale Pietro Parolin, e cioè la giornata mondiale di preghiera voluta da Papa Giovanni Paolo II ad Assisi. Il 27 ottobre 1986 fu un evento speciale in un contesto storico che ebbe il merito di lanciare un grido forte di pace.
Quell’intuizione geniale e straordinaria voluta dal Papa polacco diventato santo vuole rivivere oggi, nel 2016, in un clima completamente diverso e forse più bisognoso di ieri di pace. Seppur in un mondo cambiato radicalmente, con equilibri diversi e più complessi, quello che rimane è la stessa sete di pace, la stessa domanda di dialogo e condivisione tra religioni e culture differenti. Nella città di Francesco, universalmente conosciuta come centro della spiritualità, si ritrovano i capi religiosi del pianeta per momenti di riflessione e speriamo di azioni. Eh sì perché il significato di quest’appuntamento a cui partecipano personalità di altissima caratura non deve limitarsi a incontri di grande livello celebrativi di quello “spirito” che fu, ma deve concretizzarsi inattività, lavori, realizzazioni. Altrimenti il rischio è che sia un momento, anche bello, ma soltanto commemorativo, invece quel messaggio del 1986, più che mai attuale, deve rivivere con forza e incisività di fronte ai pericoli della nostra era, a cominciare dal terrorismo, dalla “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, dalla violenza che scaturisce nel nome di una qualsiasi religione. Insomma da questi tre giorni, che si inaugurano oggi alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e culmineranno con l’arrivo di Papa Bergoglio, deve scaturire una nuova alleanza per la pace. Soltanto così si darà un senso a quest’evento grandioso che ha la possibilità di trasformare i nostri cuori e le nostre menti.

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