giovedì 8 dicembre 2016

Sperare non basta contro le scosse

Editoriale Radio Onda Libera del 27 ottobre 2016

E' tornato di nuovo il terremoto. Ed è tornata la paura in tutto il centro Italia. Anche e soprattutto nelle zone già colpite dal sisma del 24 agosto. Alle 19,11 la prima scossa, di magnitudo 5.4 della scala Richter, a 9 chilometri di profondità, con epicentro nella provincia di Macerata, tra Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita (dove sono crollate alcune case), e Preci.
La terra ha tremato a lungo anche a Roma, L'Aquila, Perugia, e Terni. Ed è stata avvertita in Friuli, in Veneto e perfino in Austria.
La seconda due ore dopo, alle 21.18, ed è stata più forte, 5.9, e la terza poco prima di mezzanotte, più leggera. Una sessantina le scosse registrate, qualche ferito tra Fabriano e Visso, molti edifici evacuati e danneggiati, tra cui anche delle chiese. Gli sfollati sono qualche centinaio e oggi le scuole resteranno chiuse.
Questa più o meno la situazione. La notte è trascorsa nella paura, sicuramente ha ragione il capo della protezione civile che la situazione a ora è meno drammatica del previsto. Ma la paura è tantissima perché ovviamente le scosse non si possono prevedere e le condizioni metereologiche non sono favorevoli. Oggi sarà giornata di verifiche e si conoscerà con esattezza la portata dei danni. Detto questo che dire? Che le parole d'ordine sono sempre stress e prevenzione, che bisogna una volta per tutte costruire secondo le norme antisismiche e soprattutto metter in sicurezza gli edifici. Si tratta di un lavoro immane ma è l'unico per salvare vite umane. Questa volta ci è andata bene, ma non si può vivere sperando nella fortuna se per inerzia non si fa nulla per arginare le disgrazie.

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